Fondazione Poliambulanza punta sulla trigenerazione

Fondazione Poliambulanza punta sulla trigenerazione
Da sinistra, il presidente della Fondazione Poliambulanza Mario Taccolini, il presidente di AB (produttrice dell’impianto) Angelo Baronchelli, il prefetto Annunziato Vardè, il direttore della Fondazione generale Alessandro Signorini

Come migliorare i consumi energetici di un ospedale? Affidandosi all’innovazione tecnologica, come ha fatto Fondazione Poliambulanza che ha inaugurato poche settimane fa un nuovo impianto di trigenerazione: il sistema consentirà all’Istituto ospedaliero bresciano di soddisfare l’80% del fabbisogno di energia elettrica della struttura, oltre a produrre energia termica e frigorifera recuperando gli esuberi termici dell’impianto.

Per l’ospedale multispecialistico privato no profit, convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, è solo l’ultimo tassello di un piano di innovazione tecnologica nato diversi anni fa con l’obiettivo di razionalizzare i consumi energetici dell’ospedale attraverso la realizzazione di impianti ad alta efficienza, l’approvvigionamento da fonti rinnovabili, il monitoraggio continuo dei consumi e la riduzione degli sprechi con sistemi di Demand Response.

Minori consumi energetici, migliore qualità della vita

Una scelta all’avanguardia che ha ricadute positive anche sulla comunità che ospita la struttura ospedaliera.

«L’impianto di trigenerazione è parte di un progetto più ampio», spiega infatti Mario Taccolini, presidente di Fondazione Poliambulanza, «parte di una visione complessiva che ci spinge a evolvere, a perseguire costantemente il miglioramento, sia in ambito sanitario sia in ambito strutturale.

L’investimento in un impianto fotovoltaico, l’impiego di energia rinnovabile al 100% certificata da A2A, e gli interventi di efficientamento energetico sugli impianti termici ed elettrici sono il completamento di questa nuova prospettiva: dotare l’ospedale di impianti efficienti e flessibili in grado di gestire in modo ottimale i consumi e di rispondere dinamicamente ai fabbisogni interni e alle condizioni di mercato».

Dal gas tutta l’energia che serve all’ospedale

Il nuovo impianto di trigenerazione di Fondazione Poliambulanza consente di produrre, in modo congiunto, energia elettrica, termica e frigorifera impiegando un unico combustibile, il gas metano. Il vantaggio è triplice, perché il metano è un combustibile già di per sé conveniente dal punto di vista economico, ma è grazie all’efficienza globale dell’impianto che si riducono i consumi di energia primaria e le emissioni di gas nocivi e climalteranti nell’atmosfera.

Un progetto nato nell’ambito del programma Horizon 2020

Il nuovo sistema di trigenerazione – fanno sapere i vertici di Fondazione Poliambulanza – funzionerà 8 mila ore all’anno assicurando un rendimento globale dell’87% in grado di garantire un risparmio di energia primaria pari a 14.300 MWh/anno, una riduzione delle emissioni di CO2 e altri gas nocivi pari al 30% e un ritorno dell’investimento in 2-3 anni.

«L’impianto di trigenerazione è governato da un sofisticato sistema di supervisione», spiega Taccolini, «che permette di ripartire automaticamente i carichi energetici in funzione dei profili di consumo orari e stagionali».

Non per niente l’impianto è un sito pilota per il progetto Demand Response in Block of Buildings (DR-BoB), co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020 per la ricerca e l’innovazione.
Progetto il cui obiettivo è individuare sistemi in grado di ottimizzare la gestione dei carichi energetici in strutture complesse e altamente energivore del settore terziario.

Qualche dettaglio in più sul nuovo impianto di trigenerazione

L’impianto installato presso la Fondazione Poliambulanza di Brescia è un Ecomax® 20 NGS, soluzione modulare in container ubicata all’interno di una centrale costruita ad hoc, con una potenza elettrica nominale di 2.004 kW e una potenza termica cogenerata di 1.900 kW.

L’energia elettrica prodotta viene totalmente autoconsumata per soddisfare le utenze del presidio ospedaliero, destinando le eventuali eccedenze elettriche alla rete. La quota in surplus di energia termica – soprattutto nel periodo estivo – viene utilizzata da un assorbitore a bromuro di litio per la produzione di acqua refrigerata a 7-12 °C, per il condizionamento dei locali della struttura.

La centrale di trigenerazione è stata progettata per ottenere un livello di emissione sonora molto basso, inferiore a 45 db a 10 m, adeguata al contesto specifico della struttura.

Pierluigi Altea