Gastroscreening, primo screening generale per il tumore allo stomaco

Promosso da RicercChiAmo Onlus, il progetto prevede un questionario di primo livello che identifica le persone a rischio di sviluppare la patologia. 

I numeri del cancro 2023 ha stimato 15 mila nuove diagnosi stimate di tumore allo stomaco, neoplasia associata a una sopravvivenza a 5 anni del 30% negli uomini e del 35% nelle donne. È, anche in Europa, uno dei tumori a peggior prognosi, vuoi perché spesso diagnosticato in maniera tardiva, vuoi perché caratterizzato da un alto tasso di recidive anche a seguito di chirurgia radicale.

Puntare sulla diagnosi precoce sembra quindi un passo importante, come spiegato da Gian Luca Baiocchi, cofondatore e responsabile scientifico di RicerChiAmo Onlus, direttore di Chirurgia Generale dell’ASST di Cremona e professore ordinario di Chirurgia Generale all’Università degli Studi di Brescia: «in Italia, gli screening offerti gratuitamente dal SSN riguardano i tumori della mammella, del colon-retto e della cervice uterina. A oggi, non è previsto un programma di prevenzione secondaria per il carcinoma dello stomaco, che però ben si presta a questo intervento di salute pubblica per l’esistenza di un test diagnostico accurato e relativamente poco costoso, anche se invasivo, la gastroscopia.

Una chiara dimostrazione della fattibilità ed efficacia dello screening del cancro gastrico deriva dall’esperienza maturata in molti anni in Giappone e recentemente in Corea del Sud, dove il tasso di neoplasie precoci è altissimo, almeno il triplo rispetto a quello dei Paesi occidentali. Il vantaggio in termini di aumento della sopravvivenza è tale da far ritenere che la stessa strategia possa essere efficace anche in altri contesti».

Per questo RicerChiAmo Onlus ha promosso il progetto Gastroscreening (www.gastroscreening.it) che prevede la somministrazione di un questionario di primo livello capace di identificare i soggetti a rischio di sviluppare la neoplasia, per sottoporli a indagini più approfondite.

I risultati della fase 1 del progetto

Si è da poco conclusa la prima fase del progetto, che ha previsto la realizzazione di una prima versione del questionario GastroFORM, costituita da 38 domande, e la sua somministrazione a 5000 persone fra i 40 e gli 80 anni. Tra questi, 622 sono risultate a rischio perché affette da almeno 1 dei 7 segnali cui occorre porre attenzione: dimagrimento superiore al 10% del peso corporeo negli ultimi 2 mesi, vomito con sangue, evacuazione di feci nere per la presenza di sangue, dolore notturno alla bocca dello stomaco, masse palpabili nell’addome, valori anomali identificati con un esame del sangue, difficoltà nella deglutizione del cibo. Per questo, si è suggerito di effettuare una gastroscopia, esame elettivo per la diagnosi di cancro allo stomaco.

Racconta Baiocchi: «questo primo step ci ha consentito di confermare che GastroFORM può essere il giusto strumento per una prima valutazione della popolazione a rischio. Ora inizia la seconda fase del progetto Gastroscreening, che consiste nel perfezionamento del questionario sulla base di dati scientifici circa fattori di rischio, fattori protettivi, sintomi e segnali di allarme, e nella definizione del cut off, cioè del punteggio a partire dal quale è consigliabile sottoporsi alla gastroscopia.

Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo coinvolto gli epidemiologi dell’Università di Verona, dell’Università di Brescia e dell’Istituto Mario Negri, a cui è stato stanziato da parte di RicerChiAmo Onlus un primo finanziamento di 20mila euro.

Lo step successivo consisterà nella validazione clinica del questionario, grazie alla collaborazione di alcuni centri di endoscopia digestiva, che sottoporranno il questionario a pazienti a cui è già stato indicato di eseguire la gastroscopia, spesso per ragioni che non rappresenterebbero una corretta indicazione all’esame, per poi raccogliere le loro risposte e confrontarle con i risultati dell’esame endoscopico e delle biopsie.

L’intento è individuare più masse tumorali possibili nelle prime fasi di sviluppo, quando sono eliminabili con atti chirurgici e si associano a meno recidive. Ciò permetterebbe di salvare vite, riducendo le spese sanitarie. Una volta validato, lo screening potrà essere messo a disposizione anche di altri Paesi.

Nel dicembre 2022 il Consiglio Europeo ha infatti emanato nuove raccomandazioni che prevedono proprio l’uso di programmi di screening per forme tumorali specifiche, in particolare polmone, prostata e stomaco.