IA sempre più presente nelle aziende sanitarie

L’uso è per lo più di carattere gestionale, per migliorare efficienza e ottimizzare i processi interni.

Il Centro di ricerca in leadership, innovazione e organizzazione Clio dell’Università Luiss Guido Carli e Minsait, azienda del Gruppo Indra, hanno pubblicato anche quest’anno il Rapporto Minsait, dedicato all’intelligenza artificiale.

Il dato più interessante parla del ritardo italiano nell’integrare l’IA nell’impresa: sui dati raccolti in oltre 500 realtà imprenditoriali italiane, solo il 22% ha un piano di sviluppo sull’IA, coerente con le strategie aziendali. Si tratta di meno di 1 azienda su 4. Nel suo complesso le realtà analizzate sono 900, afferenti a 15 diversi ambiti, Sanità compresa. Concentriamoci quindi su quanto emerso nel panorama sanitario.

IA e sanità: a che punto siamo?

Secondo il Rapporto, circa il 40% delle aziende interpellate ha già istituito gruppi di lavoro per capire come sfruttare al meglio l’IA in ambito medico, mentre il 60% sta capendo come introdurla anche a livello amministrativo, per la gestione del bilancio.

Infine, il 70% delle aziende stima che nei prossimi due anni aumenteranno i finanziamenti per queste implementazioni.

Antonio Martos López, Global Head of Healthcare di Minsait, spiega: «attualmente le organizzazioni del settore si concentrano sull’uso dell’IA per migliorare le operazioni aziendali, come per esempio migliorare la diagnosi e la prevenzione delle malattie, nonché migliorare l’esperienza del paziente e l’assistenza personalizzata».

Sono infatti questi i motori dell’innovazione, al momento: migliorare diagnosi e cure mediche, gestione delle risorse e ottimizzare il rapporto con il paziente. Lo dimostrano i numeri. Tra gli interpellati, il 76% usa l’IA per migliorare l’ambito prettamente medico, per esempio introducendo strumenti di diagnosi automatici o previsionali.

Il 58% delle aziende, invece, ha introdotto protocolli per gestire le scorte di medicinali, i posti letto o preparare i turni del personale, per fare degli esempi. Infine, il 40% usa strumenti di IA per fare analisi dei clienti e il 58% per analizzare i dati dei pazienti. In alcuni casi l’implementazione riguarda anche la cybersicurezza.

Dati più generici

Sebbene i dati ottenuti per l’ambito sanitario sembrino positivi, in generale il Rapporto sottolinea la lentezza dell’evoluzione in corso. Come accennato, sono pochissime le aziende ad avere un piano strategico di IA in linea con il proprio business.

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