Il Gemelli attiva il secondo Antimicrobial Stewardship Center of Excellence d’Europa

L’obiettivo degli Antimicrobial Stewardship Center of Excellence è agire in modo proattivo per individuare i nuovi ceppi resistenti ad antibiotici e i nuovi farmaci in grado di sconfiggerli. La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma è il secondo ospedale europeo ad avviare questo progetto, sviluppato con la collaborazione di bioMérieux.

Spiega Maurizio Sanguinetti, direttore del Dipartimento di Scienze di Laboratorio e infettivologiche e UOC di Microbiologia del nosocomio romano: «conoscere il proprio nemico è essenziale per poterlo sconfiggere. Sapere con esattezza qual è l’agente patogeno specifico responsabile di un’infezione e a quali degli attuali trattamenti a nostra disposizione è resistente, aumenta le chances di cura e riduce il rischio di diffusione dei super-microbi».

Ecco allora che il nuovo Centro si impegnerà ad attivare e valutare nuove soluzioni diagnostiche approfondite, che si avvalgono di test rapidi sia per riconoscere i patogeni responsabili, sia per capire a quali farmaci sono eventualmente resistenti, così da iniziare la terapia con farmaci mirati. L’approccio utilizzato si chiama sindromico.

Riprende Sanguinetti: «con l’approccio sindromico, l’obiettivo è dunque quello di contrastare la vecchia abitudine di ricorrere a trattamenti antibiotici sequenziali, cioè di provare nello stesso paziente farmaci diversi prima di trovare quello giusto. Una procedura, quest’ultima, ancora troppo diffusa e pericolosa in quanto alimenta a sua volta la diffusione dell’antibiotico resistenza. Il risultato di una diagnostica superficiale porta all’utilizzo indiscriminato di diversi trattamenti antibiotici e antimicotici che alla fine possono rivelarsi inutili e dannosi, non solo per il paziente che li riceve, ma anche per l’intera comunità. È ormai assodato che il problema dell’antimicrobico-resistenza dipende in grandissima parte dal sempre più diffuso abuso di farmaci».

Altra attività di cui si occuperanno i due partner è quella di supporto all’uso dei nuovi metodi e di contaminazione, con l’organizzazione di veri e proprie iniziative di educazione rivolte ai professionisti.

Continua Sanguinetti: «verranno organizzati diversi eventi di formazione, aperti a tutti gli operatori del settore in Italia, dai microbiologi ai chirurghi fino ai rianimatori e internisti, che avranno lo scopo di diffondere un approccio diagnostico accurato per l’utilizzo consapevole degli antibiotici, tasto fondamentale nella lotta alla resistenza agli antimicrobici. Oltre alla parte teorica, gli eventi formativi prevedono anche una fase pratica: ai partecipanti verranno aperte le porte dei laboratori per permettere loro di fare esperienza diretta con gli strumenti, algoritmi e dispositivi, che ci consentono di avere un ruolo proattivo nella gestione antimicrobica».

Infine, verranno avviati progetti di ricerca per valutare l’implementazione dei nuovi strumenti ideati nel setting clinico e il loro impatto sui flussi diagnostico-terapeutici. L’intento finale è di migliorare la gestione dei pazienti con infezioni multiresistenti. Questo approccio dovrebbe essere poi portato anche sul territorio, il principale consumatore di dosi di antibiotico, almeno nel nostro Paese.