Il rapporto Gimbe sulle liste d’attesa

Il rapporto Gimbe sulle liste d'attesaUna delle novità introdotte in sanità dall’anno in corso è il nuovo Piano di Governo Nazionale delle Liste d’Attesa (PGNLA), che prevede una serie di azioni per rendere più semplice e omogeneo l’accesso alle prestazioni da parte dei cittadini.

Alcune di queste azioni sono state riprese dai precedenti PGNLA, come quello relativo al triennio 2010-2012 che aveva previsto, a garanzia della trasparenza e dell’accesso alle informazioni su liste e tempi d’attesa, un monitoraggio annuale sistematico della loro presenza sui siti web di Regioni e Province Autonome e di Aziende Sanitarie.

Con il report “Tempi di attesa: trasparenza di Regioni e Aziende Sanitarie”, la Fondazione Gimbe effettua un proprio monitoraggio indipendente sulla rendicontazione pubblica dei tempi d’attesa da parte di Regioni e Aziende Sanitarie.

Gli ultimi dati sono tutt’altro che rassicuranti

A distanza di tanti anni, infatti, sono solo 9 le Regioni a essersi dotate di portali interattivi (Provincia Autonoma di Bolzano, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta), mentre 8 rendono disponibile solo l’archivio storico con dati, range temporali e frequenza di aggiornamento estremamente variabili (Provincia autonoma di Trento, Abruzzo, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto), 3 rimandano ai siti web delle Aziende Ospedaliere (Campania, Sicilia, Umbria) e una, la Calabria, non ha fatto ancora nulla.

E non finisce qui: anche prendendo in considerazione le 9 Regioni virtuose, si osserva una forte eterogeneità in struttura e informazioni fornite.

In generale, si può dire che questi portali non forniscono indicazioni complete del rispetto dei tempi massimi di attesa né i tempi di attesa delle strutture eroganti per ciascuna prestazione con indicazione della prima disponibilità per il cittadino.

Parallelamente, anche le Aziende Sanitarie forniscono raramente dati aggiornati e di reale trasparenza rispetto ai tempi d’attesa: solo il 18% rende disponibile il proprio piano attuativo per la riduzione delle liste d’attesa, mentre l’83% effettua una rendicontazione pubblica sui tempi di attesa sul proprio sito o rimandando a quello della Regione.

Lo studio è stato effettuato da Fondazione Gimbe per colmare un vuoto: non esiste infatti alcun report del Ministero della Salute relativo ai recepimenti regionali del PNGLA e alla redazione dei piani attuativi aziendali, né tanto meno alla rendicontazione pubblica dei tempi di attesa, oggetto solo di studi a campione effettuati da varie organizzazioni.

Le informazioni sono state raccolte sia consultando i siti web istituzionali di Regioni (aggiornati a dicembre 2018), Province Autonome (aggiornati al 6 maggio 2019) e Aziende Sanitarie che tramite ricerche Google. Occorre vedere cosa cambierà di questi dati con i nuovi fondi stanziati dal Ministero, pari a 400 milioni di euro, destinati alla «implementazione e all’ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche legate ai sistemi di prenotazione elettronica per l’accesso alle strutture sanitari».

Il presidente di Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, conclude: «con il PNGLA 2019-2021 ai nastri di partenza, l’auspicio è che i risultati del nostro studio vengano utilizzati a livello istituzionale per informare il riallineamento dei sistemi informativi regionali e aziendali, fornendo così una base univoca di dati per confrontare le performance regionali, anche al fine di includere il rispetto dei tempi di attesa negli adempimenti dei livelli essenziali di assistenza».

Leggi il report integrale “Tempi di attesa: trasparenza di Regioni e Aziende Sanitarie”.

Stefania Somaré