Lo scorso 5 maggio la Giunta Regionale veneta ha approvato una Delibera che invita le Ulss a utilizzare la telemedicina nell’erogazione dei servizi sanitari da subito e ovunque possibile, ma evidenziando la necessità di “strumenti informatici e tecnologici adeguati, con contestuale comunicazione di una relazione da inviare congiuntamente alla Direzione regionale Programmazione Sanitaria – LEA e Azienda Zero, per le valutazioni ed eventuali considerazioni di competenza. Tale relazione dovrà descrivere le caratteristiche e gli standard del servizio di Telemedicina (…)”.
La Delibera guarda anche oltre.
La Regione ha infatti incaricato l’Azienda Zero di redigere un documento di definizione degli standard di servizio propri delle prestazioni di telemedicina e di sviluppare, realizzare e monitorare un vasto e articolato Progetto Specifico.
In particolare, l’Azienda Zero dovrà definire “standard e requisiti organizzativi, operativi e tecnologici che gli Enti del SSR dovranno possedere per erogare prestazioni a distanza, nel rispetto dei protocolli di sicurezza e riservatezza.
Tale documento di definizione degli standard sarà oggetto di valutazione e approvazione da parte della Giunta Regionale, con successivo atto”.
Le ipotesi messe in campo sono a 360° e riguardano televisita, teleconsulto, telecooperazione sanitaria, telesalute e teleassistenza.
Si propone, inoltre, di aggiungere alle prestazioni erogabili a distanza la dicitura “eseguibile in telemedicina” all’attuale Nomenclatore Tariffario Regionale, mantenendo inalterata la tariffa rispetto alla prestazione tradizionale.
Il Veneto ha quindi deciso di rendere la Telemedicina uno strumento stabile del proprio SSR.
L’assessore ai Servizi Sociali Regione Veneto, Manuel Lanzarin ha dichiarato: «è una nuova possibilità conosciuta e apprezzata durante questa esperienza di contrasto al coronavirus già messa in atto all’Istituto Oncologico Veneto per le viste di controllo e il follow-up e in Azienda Ospedaliera di Padova.
Da tempo lavoriamo sul fronte dell’innovazione tecnologica in ambito sanitario.
Abbiamo già realizzato diversi interventi e progetti di sanità digitale e, nello scenario attuale, l’immediato avvio su vasta scala dell’erogazione di servizi sanitari in telemedicina è divenuto una necessità per limitare il rischio di contagio da Covid-19. Tutto sarà fatto in coerenza con le disposizioni nazionali e regionali vigenti, prima di tutto secondo le linee d’indirizzo approvate dalla Conferenza Stato-Regioni».
Stefania Somaré