È rivolto ai frequentatori dei Centri Servizi Anziani il progetto dell’Ulls 1 delle Dolomiti, che vuole garantire un accesso precoce e appropriato alle cure palliative e alla terapia del dolore ai soggetti le cui condizioni non permettono più di effettuare solo trattamenti nelle fasi acute della malattia.
Avviato il 25 gennaio 2018, il progetto si basa sull’idea di un percorso attivo e continuo che sia trasversale alle varie strutture sanitarie aziendali, ospedaliere e territoriali, che privilegi la qualità della vita residua.
Perché la continuità assistenziale sia garantita, il progetto intende dare un ruolo importante anche ai medici di medicina generale di struttura.
Inoltre, gli operatori sanitari coinvolti nell’iniziativa dovranno avere accesso ai Centri Servizi Anziani.
Perché tutto proceda al meglio la formazione è essenziale.
Al momento sono stati realizzati 26 incontri formativi con medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti e altri addetti ai centri e due incontri con i famigliari, coinvolgendo medici palliativisti e gli specialisti che operano del Distretto di Feltre dell’Ulss Dolomiti.
Il progetto, che è stato proposto dall’Associazione Mano Amica Onlus di Feltre e realizzato dall’Ulss 1 sotto la responsabilità del dottor Giampiero Luisetto, si concluderà il 31 dicembre 2020.
Lo scorso 23 maggio il progetto ha ricevuto una menzione speciale nell’ambito del premio “Gerbera d’Oro”, riconoscimento nazionale attribuito dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, in occasione della XVIII Giornata Nazionale del Sollievo a cura della Fondazione Ghirotti.
L’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin: «grazie e complimenti all’Ulss 1 e all’Associazione Mano Amica, perché portare le cure palliative all’interno dei Centri Servizi per Anziani è la sublimazione dell’integrazione tra sanità e sociale che caratterizza l’intero sistema assistenziale veneto e che, allo stesso tempo, incarna quel cammino di umanizzazione delle cure che è un altro pilastro della programmazione.
Portare le cure palliative fuori dagli ospedali e dagli hospice è una scelta di grande umanità, oltre che un servizio prezioso per gli anziani che soffrono e per le loro famiglie. È un’idea che mi piacerebbe venisse progressivamente diffusa in tutto il Veneto».
Stefania Somaré