Si chiama Ania Cares ed è un progetto condiviso della Fondazione Ania con la Facoltà di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con la Polizia Stradale e Locale, il cui ruolo è orientare le vittime di incidenti verso il servizio. Supporto e suggerimenti sono giunti anche dall’Associazione Lorenzo Guarnieri. Già in essere a Firenze, presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, il Servizio di Pronto Soccorso Psicologico per le vittime di incidenti stradali arriva anche all’Ospedale Niguarda di Milano, dove è operativo dal mese di aprile. A Milano, Ania Cares rafforzerà il pacchetto di servizi offerto dalla struttura e dal suo Trauma Team ai pazienti che hanno subito un trauma, appunto. Cento gli psicologi che partecipano globalmente al progetto, un numero sufficiente a garantire il servizio H24. Si tratta ovviamente di psicologi formati per saper gestire il trauma: della formazione si sono occupati la Fondazione Ania, tramite i più illustri esperti mondiali in psicologia del trauma, appunto, e lo stesso Niguarda, con i suoi neuropsicologi. L’ospedale ha inoltre messo a disposizione del progetto il proprio Pronto Soccorso per la formazione pratica degli psicologi. Una delle variabili più importanti quando si ha a che fare con un trauma, è il tempo. Ciò vale anche per i traumi della psiche. Dichiara la responsabile del Centro di Neuropsicologia Cognitiva di Niguarda, Gabriella Bottini, che ha preso parte alla formazione degli psicologi del servizio: «anche l’intervento psicologico deve essere condotto all’insegna della tempestività. Gli incidenti stradali con lesioni gravi sono quelli con un maggior rischio di disturbo da stress post traumatico, una condizione che va a impattare sulle attività cognitive in particolare sulla memoria e sulle funzioni strategiche. Nel caso di incidenti mortali è possibile incorrere nel così detto lutto complicato, in quanto si tratta di eventi improvvisi e inaspettati che privano i familiari del tempo necessario per prepararsi alla tragica notizia. Per questo un supporto precoce di tipo neuropsicologico è fondamentale».
Stefania Somaré