Protagonista la Clinica Oculistica del Policlinico di Bari. L’intervento è stato eseguito da remoto dal World Keratoconus Congress, duecento chirurghi hanno seguito in diretta l’operazione.
Una delle opportunità offerte della tecnologia 5G è rendere possibile l’esecuzione di interventi chirurgici da remoto, grazie alla velocità di trasporto dei dati. Una promessa che sembra poter essere mantenuta, se si guarda ai risultati del primo intervento al cheratocono eseguito in telechirurgia intercontinentale: da una parte, il prof. Giovanni Alessio, direttore della Clinica Oculistica di Bari, a Dubai per il World Keratoconus Congress; dall’altra, il paziente affetto da cheratocono in stadio avanzato, nella sala operatoria di Bari.
In mezzo, a fare da tramite, la piattaforma 4D Suite della iVis Technologies, capace di gestire da remoto l’intero ciclo di screening, diagnosi, trattamento e follow-up delle patologie corneali, collegata tramite 5G con il laser iRes®2, della stessa azienda. Hanno assistito all’intervento 200 esperti.
«L’intervento eseguito oggi reso possibile dalla tecnologia sviluppata da iVis Technologies», spiega il prof. Alessio, «è l’ultimo e il più complesso intervento di una serie di tre chirurgie controllate da remoto effettuate per dimostrare che, grazie al controllo da remoto, non sarà più necessario per i pazienti affrontare lunghi viaggi per ricevere le migliori cure possibili. Dobbiamo continuare a investire nella ricerca e nello sviluppo di queste tecnologie innovative, garantendo che siano accessibili a tutti coloro che ne hanno bisogno».
Mentre il chirurgo era a Dubai, il paziente è stato assistito in sala operatoria da una équipe dedicata. Dal punto di vista più tecnico, gli esami eseguiti nei giorni precedenti e la simulazione di intervento avevano suggerito di procedere con un rimodellamento corneale per migliorare la visione e un crosslinking per bloccare la progressione del cheratocono. E così è stato fatto.
Il ruolo della tecnologia per una salute più democratica
Secondo Giuseppe D’Ippolito, amministratore unico di iVis Technologies, la tecnologia è «uno strumento per migliorare la qualità di vita dei pazienti, ma soprattutto, un mezzo per promuovere una maggiore equità nel sistema sanitario globale.
Per questo abbiamo sviluppato il progetto SDTF, per gestire in automazione, con controllo da remoto, l’intero ciclo di screening, diagnosi, trattamento e follow-up delle patologie corneali e dei vizi di refrazione, per garantire omogeneità di performance a prescindere dal sito di erogazione, al fine di eliminare la migrazione dei pazienti per necessità di salute.
Una rivoluzione che può migliorare significativamente la qualità di vita di milioni di persone in tutto il mondo, con un notevole risparmio di risorse».
Il cheratocono è una patologia considerata rara, con una incidenza di 1 soggetto ogni 2000 circa, anche se la più frequente malattia degenerativa della cornea tra i giovani: colpisce soprattutto alla fine dell’infanzia o all’inizio della pubertà.