Dedicati al dolore cronico e alle cefalee, entrambi i percorsi sono multimodali e multidisciplinari, coinvolgendo, tra gli altri, psicologi, psichiatri, nutrizionisti e fisioterapisti, per una presa in carico a 360°.
L’Italia è stata il primo Paese in Europa a introdurre una legge dedicata alle cure palliative e alla terapia del dolore (38/2010) eppure ancora oggi sono pochi i percorsi davvero dedicati alla gestione del dolore.
Da qualche settimana la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS ha inaugurato due nuovi percorsi dedicati proprio al dolore: uno coordinato dal dott. Catello Vollono della UOC di Neurofisiopatologia, responsabile Ambulatori delle Cefalee, è dedicato al percorso diagnostico-terapeutico delle cefalee; l’altro, coordinato dal prof. Marco Rossi, associato di Anestesiologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore UOC Anestesia delle Chirurgie Specialistiche e Terapia del Dolore, è dedicato alle terapie integrate per la gestione del dolore.
Percorsi neonati da implementare con i giusti tempi
I nuovi percorsi si basano sulle linee guida indicate proprio dalla legge 38/2010, che in primi richiedono una gestione del dolore multimodale e multidisciplinare.
Spiega il prof. Antonio Giulio De Belvis, professore associato di Igiene Generale e Applicata, Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore Unità Operativa Complessa Percorsi e Valutazione Outcome Clinici di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS: «questi percorsi nascono per rispondere a due grossi bisogni di salute.
Per realizzarli abbiamo messo insieme due team di persone straordinarie non solo dal punto di vista professionale, ma fortemente empatiche verso la sofferenza di chi si rivolge al Gemelli. I due percorsi adesso andranno implementati, attraverso una serie di azioni per ottimizzare la presa in carico dei nostri pazienti.
Uno dei modi per far vivere i percorsi è quello di monitorarli, cioè definire una serie di metriche, che ci indicano se stiamo agendo secondo gli standard prefissati. Abbiamo quindi attivato la tracciatura dei pazienti all’interno dei percorsi e ne seguiamo l’evoluzione. Cureremo inoltre l’aspetto formativo, rivolto all’interno della fondazione, ma anche ai nostri interlocutori sul territorio».
Vediamo quali sono i principi base dei due percorsi.
Gli aspetti presi in considerazione dai percorsi
Lavorando in ottica multidisciplinare, i due percorsi intendono coinvolgere i pazienti anche in cambiamenti di stili di vita, è noto come la scarsa attività fisica incida negativamente sul dolore cronico; lo stesso si può dire per problematiche psicoemozionali e sociali, per i disturbi dell’umore, come ansia e depressione, e per la nutrizione. Per questo i pazienti saranno seguiti in tutti questi ambiti, ognuno a seconda delle specifiche esigenze.
Spiega il prof. Rossi: «nell’ambito delle terapie integrate per il dolore cronico abbiamo valorizzato le terapie riflessologiche, in particolare l’agopuntura, l’aspetto psicologico e psichiatrico del paziente, quello fisico-riabilitativo e di riattivazione di un corpo che molto spesso è immobile, gli aspetti nutrizionali che entrano nella risposta infiammatoria al dolore cronico, senza dimenticare i risvolti bioetici».
Molto simile il percorso previsto per le cefalee, al quale si aggiunge la chirurgia maxillo-facciale, quando necessaria.
Spiega il dott. Vollono: «questo percorso clinico assistenziale ha lo scopo di migliorare la qualità dell’assistenza, in coerenza con le attuali linee guida, ridurre i tempi dell’iter terapeutico, fornire al paziente una corretta informazione e ottimizzare la qualità delle cure, attraverso il monitoraggio di indicatori di processo e di esito e la messa a punto di un sistema di raccolta e analisi dei dati.
I protagonisti dell’integrazione con i servizi di neurologia/neurofisiopatologia sono gli ambulatori di chirurgia maxillo-facciale, quello di odontoiatria, di reumatologia, il DH di oncologia medica, l’ambulatorio di anestesia/terapia del dolore, quello di neurochirurgia/neurotraumatologia, di medicina fisica e riabilitazione e infine il servizio di psichiatria clinica e tossicodipendenza».
Vedremo, nel tempo, quali esiti porteranno i due nuovi percorsi. Quel che è certo è che oggi il dolore cronico è un problema che deve essere affrontato, per consentire alle persone che ne soffrono di trovare sollievo e tornare a una vita di qualità.