Gli ultimi dati disponibili rispetto ai casi di positivitĂ  al Covid-19 in Israele riferiscono di 231.026 casi dall’inizio della pandemia, dei quali 159.931 hanno richiesto il ricovero. Al momento sono positivi 69.629, dei quali solo 767 in condizioni serie o gravi.
Il problema, in Israele come in altri Paesi, è la crescita esponenziale di casi attuale, mentre nei mesi per noi più intensi la situazione era molto meno grave.
Da quanto sappiamo, i pazienti in Terapia Intensiva per Covid-19 rappresentano la punta dell’iceberg dei contagi: questo significa che all’aumentare dei casi positivi cresce anche il numero delle persone che necessitano di cure piĂą forti.

Il dottor Michael Halberthal (foto cortesia: Nitzan Zohar)

Per far fronte all’aumento dei casi, il Rambam Health Care Campus, nel quartiere Bat Galim di Haifa, ha aperto il piĂą grande ospedale dedicato alla cura del Covid-19 del Paese: posizionato 16,5 metri sotto il livello della strada, questo ospedale conterrĂ  770 letti, 170 dei quali dotati della possibilitĂ  di ventilare i pazienti che ne avranno bisogno.

Si tratta del Sammy Ofer Fortified Underground Emergency Hospital: completato nel 2014, è stato aperto per la prima volta lo scorso 25 settembre. Qui si trovano una stanza per le emergenze, sale operatorie, un’UnitĂ  di Terapia Intensiva, 3 dipartimenti Covid-19, una zona pediatrica, una sala parto e un’area per la dialisi.

«Abbiamo investito molto tempo e risorse in questo progetto, sperando di non averne mai bisogno», ha sottolineato il dottor Michael Halberthal, direttore generale del Rambam.
GiĂ  nei primi periodi della pandemia il Ministero della Salute israeliano ha chiesto all’Ospedale di Haifa di preparare la struttura, inizialmente pensata per far fronte ad attacchi di carattere biologico o chimico, ad accogliere i pazienti Covid-19.
Ciò ha richiesto di ridisegnare gli spazi soprattutto per mantenere pulita l’area esterna. Una sfida che il Rambam ha potuto affrontare grazie alla propria esperienza nel far fronte a situazioni di trauma e a situazioni di incidenti di massa.

Stefania Somaré