In gastroenterologia le patologie che richiedono una gestione organizzata in hub e spoke sono principalmente “le emorragie gastrointestinali, le urgenze endoscopiche non emorragiche, le malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD), le patologie biliopancreatiche e le epatopatie”, riferisce il presidente SIGE Luca Frulloni.
Purtroppo a oggi le reti gastroenterologiche sono pochissime nel nostro Paese, mettendo a rischio la capillarità di intervento in situazioni urgenti.
Possibile impatto delle reti gastroenterologiche
Come spiega il prof. Frulloni, che è anche responsabile dell’Unità di Gastroenterologia del Dipartimento di Medicina e Centro Pancreas dell’Università di Verona e Policlinico Rossi, “nelle urgenze emorragiche e nelle emergenze endoscopiche non emorragiche la rapidità dell’intervento è spesso decisiva per la prognosi.
Un sistema in rete permette di ottimizzare il percorso del paziente, garantendo l’accesso immediato a centri dotati di tecnologia avanzata e personale specializzato.
I centri spoke spesso assicurano la presa in carico iniziale e la stabilizzazione del paziente, mentre gli hub generalmente forniscono prestazioni specialistiche, come l’endoscopia operativa, la radiologia interventistica o il supporto multidisciplinare. D’altra parte, molti centri spoke già assicurano un intervento di qualità elevata, grazie al personale specializzato e alle attrezzature in dotazione”.
Un altro vantaggio della rete è la possibilità di seguire al meglio i pazienti sul territorio, grazie alla condivisione delle informazioni tra centri hub e spoke. Nell’esperienza emiliana, per esempio, la rete prevede un incontro settimanale in cui i medici dei centri spoke portano i casi da discutere ai colleghi più esperti dei centri hub, senza che sia il paziente a doversi muovere.
La realizzazione di reti cliniche di gastroenterologia diventa ancora più importante ora che il Ministero della Salute ha approvato la realizzazione delle Pancreas Unit.
Definizione e funzioni di una Pancras Unit
Sono anni che le associazioni di pazienti e i medici che operano all’interno di AISP e SIGE chiedono la definizione e istituzione delle Pancreas Unit, per poter gestire le patologie pancreatiche in ottica hub-spoke e con approccio multidisciplinare.
Il progetto è ambizioso e prevede di predisporre un aggiornamento continuo per specialisti e infermieri coinvolti. Inoltre sono richieste la formazione dell’infermiere case manager e la realizzazione di una piattaforma elettronica per il monitoraggio degli indicatori di qualità delle diverse discipline, così da poter realizzare degli audit di valutazione qualità.
Spiega la prof.ssa Silvia Carrara, caposezione dell’Ecoendoscopia Diagnostica e Terapeutica Dipartimento di Gastroenterologia dell’Irccs Humanitas Research Hospital Rozzano e presidente dell’AISP: “la creazione delle Pancreas Unit Hub e Spoke richiederà del tempo per arrivare a un coordinamento efficace tra ospedali e territorio, ma una volta consolidata la rete fra Hub e Spoke e definiti con precisione i percorsi diagnostico-terapeutici, potremo vedere i risultati che si tradurranno in una più accurata gestione clinica e una migliore qualità della vita dei malati”.
Intanto c’è già chi si sta muovendo. Tra questi, Regione Lombardia che ha già definito i suoi centri hub e spoke. Servono comunque direttive chiare perché ogni Regione possa individuare i centri adeguati al ruolo e potenziarli al meglio: l’ideale sarebbe che ogni Regione avesse una propria rete, così da evitare troppa migrazione sanitaria.