La gestione dell’emergenza in ambiente ostile

In situazioni come gli scenari di guerra, estremamente importante risulta la catena dei soccorsi che deve fornire un triage primario nel Posto Medico Avanzato – PMA, generalmente allestito in hangar o tende a poca distanza dalla situazione di conflitto. Con il triage secondario il paziente viene quindi trasferito nell’ospedale da campo e poi a una struttura idonea.

Una sessione del recente congresso SIAARTI – ICARE 2023 si è concentrata proprio sulla gestione dell’emergenza in ambiente ostile. Al suo interno sono stati discussi gli approcci stay & play o scoop & run adottati nell’ambito delle maxi-emergenze.

È stata riportata una esperienza in Iraq, scenario in cui il Trauma Stabilization Point rappresentava il primo centro di raccolta dei feriti a meno di 5 km dal fronte. Il secondo livello di soccorsi prevedeva un trasferimento nell’ospedale da campo e, di lì, veniva deciso l’eventuale ulteriore spostamento dei feriti in una struttura di riferimento.

Scoop & run o stay & play

Le situazioni di maxi-emergenza sono le più diverse. Può trattarsi di un attacco terroristico, di un’esplosione, di un maxi-incidente. Inoltre, di fronte a eventi di questo tipo, appare fondamentale contemplare alcuni aspetti cardine: tipo di evento, numero di persone coinvolte, periodo dell’anno, giorno/notte, risorse coinvolte nell’emergenza.

All’interno di questi scenari è possibile adottare due approcci nei soccorsi. Il modello scoop & run di matrice anglosassone, o il modello stay & play.

In occasione dell’attentato alla Maratona di Boston del 2013 si è ricorso al modello scoop & run, che prevede un trasferimento rapido nella struttura ospedaliera più vicina. 

Diversamente, nel 2014 in occasione degli attacchi terroristici al Bataclan di Parigi, l’approccio utilizzato è stato quello stay & play, in base al quale le vittime vengono suddivise in: emergenze assolute, emergenze serie ed emergenze semplici, gestite, queste ultime, in loco nel Punto Medico Avanzato – PMA, costituito ad hoc.

A oggi risulta impossibile definire un modello come migliore o più sicuro rispetto all’altro in assenza di dati strutturati. Resta fermo tuttavia che, come in altri casi, l’avvento di tecnologie sempre più avanzate può aiutare la gestione dei soccorsi nell’ambito di situazioni di maxi-emergenza, a partire dal ricorso a sensori indossabili e sistemi di intelligenza artificiale.