La soluzione lombarda alla carenza di medici in corsia

La scarsità di medici nei reparti ospedalieri è una realtà che costringe a turnazioni stancanti e difficili da sostenere nel lungo periodo.
Le Regioni stanno cercando soluzioni a questo problema e un esempio è Regione Lombardia, che ha annunciato l’apertura delle corsie ospedaliere a circa duemila specializzandi del quarto e quinto anno, che potranno prestare servizio in modo autonomo, seguendo le indicazioni del tutor, chiamato a stabilire le capacità di ognuno e definire di conseguenza gli atti medici ai quali possono dedicarsi.

Il tutto in un’ottica di autonomia progressiva che va di pari passo con la formazione dello specializzando stesso. Al tutor spetta anche il compito di stabilire, per ognuno, gli atti medici che possono essere svolti sotto le direttive di un medico esperto e quali casi clinici possono essere loro assegnati.
Il tutor offre garanzia d’intervento tempestivo in caso di necessità da parte dello specializzando, il quale non può prescindere dalle indicazioni fornite dal tutor.

Questa operazione è a costo zero, dato che ogni specializzando recepisce già una borsa di studio.

Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia, ha sottolineato: «con questa delibera, la Lombardia dà una prima risposta concreta alla carenza di medici nei reparti ospedalieri, fornendo alle strutture sanitarie che fanno parte della rete formativa indirizzi per la progressiva assunzione di autonomia operativa e decisionale dei medici in formazione specialistica.

Tra poche settimane, quindi, duemila specializzandi saranno più autonomi e operativi nelle corse dei nostri ospedali.

Si tratta di un risultato importante che va nella direzione di garantire cure sempre più adeguate proprio grazie alla presenza di più medici. Tutto ciò, naturalmente, non esclude l’assunzione di nuovi medici».

Stefania Somaré