La Toscana riforma il suo servizio di emergenza-urgenza

La Regione Toscana è da sempre attenta a rendere efficiente e capillare il servizio di emergenza-urgenza. Nei giorni scorsi ha ulteriormente messo mano al sistema per rispondere alle esigenze del suo ampio territorio.
Due i pilastri presi in considerazione: i mezzi di soccorso attivati dalla centrale del 122 e il servizio di continuità assistenziale garantito dalla guardia medica che, rispondendo a bisogni non urgenti, consente di decongestionare i Pronto Soccorso.

L’obiettivo della nuova riforma è aggiornare e armonizzare le linee d’indirizzo regionali, rendendole uguali in tutti i distretti. Alla base delle nuove proposte ci sono stati confronti con vari attori del sistema, dai professionisti alle associazioni di volontariato, dai sindaci ai sindacati, per raccogliere le reali esigenze del territorio.

La prima novità riguarda la presenza a bordo dell’ambulanza di un infermiere opportunamente formato. Un cambiamento che risponde agli avanzamenti avvenuti nella formazione e professione dell’infermierie e dal contemporaneo rinforzarsi della tecnologia che consente, per esempio, di attivare un teleconsulto con uno specialista, se necessario.

Anche se ampiamente contrastata, questa decisione consentirà, una volta a regime, di portare da 118 a 123,5 i mezzi di soccorso avanzato con personale sanitario a bordo disponibili ogni giorno, ai quali occorre aggiungere ulteriori 177 mezzi gestiti dai soccorritori volontari.
Ci sarà una netta riduzione delle auto mediche, che passeranno da 32,5 a 9,5, ma le autorità assicurano che queste si muoveranno sul territorio per affiancare le ambulanze a seconda della reale necessità dei pazienti.

Inoltre, i protocolli utilizzati saranno i medesimi su tutto il territorio regionale. Riformato anche il sistema di continuità assistenziale con l’introduzione del numero unico 116117 e un cambio degli orari di operatività del servizio, che sarà attivo su tutto il territorio regionale nei giorni prefestivi e festivi dalle 8 alle 24 e nei giorni feriali dalle 20 alle 24, garantendo dopo mezzanotte una modalità di servizi rimodulata.

Grazie al numero unico, le chiamate non sanitarie saranno opportunamente filtrate, dando modo a chi ha reale necessità di potersi mettere in comunicazione con un medico. Solo nelle aree dove le richieste di assistenza sono maggiori si manterrà anche il servizio di continuità assistenziale notturno.

Infine, saranno individuati alcuni Pronto Soccorso nei cui paraggi saranno eventualmente sperimentare postazioni di continuità assistenziale aggiuntiva, per sgravare i Pronto Soccorso stessi.
In questo modo si libereranno ore di lavoro da utilizzare in altri contesti, per esempio per coprire incarichi improvvisi, soprattutto nelle aree interne e periferiche dove, alle volte, capita di non riuscire a sostituire il medico di famiglia andato in pensione, oppure per rinforzare la continuità assistenziale diurna a favore dei malati cronici.

Stefania Somaré