Multidisciplinarietà e opzioni chirurgiche avanzate consentono di offrire a ogni paziente il miglior percorso terapeutico.
Con oltre 1,9 milioni di diagnosi nel 2022, quello del colon-retto è il terzo tumore per incidenza al mondo e la seconda causa di morte per patologia oncologica, dopo il cancro ai polmoni. In Italia si stimano circa 43.700 diagnosi l’anno.
Il trattamento elettivo per questa forma tumorale è la chirurgia che può essere conservativa, demolitiva parziale o demolitiva, a seconda della stadiazione del tumore. Secondo i professionisti della Mayo Clinic si possono ottenere esiti migliori su questi tumori lavorando in equipe multidisciplinare.
L’unione fa la forza
Negli Stati Uniti si assiste a una riduzione dell’incidenza del carcinoma del colon-retto tra i più anziani, mentre crescono le diagnosi negli under 50. Grazie alle conoscenze e all’esperienza accumulate negli anni, gli specialisti della Mayo Clinic riescono a raggiungere buoni esiti in tutti i tumori del retto, più difficile da curare a causa dello scarso spazio presente, persino nei casi di metastasi già formate dietro il retto, il tasso di sopravvivenza a 5 anni rasenta il 50%. Questi esiti sono resi possibili da un approccio multidisciplinare.
L’équipe è formata da radioterapisti, oncologi, gastroenterologi, chirurghi del colon-retto, chirurghi epatobiliari, radiologi, patologi e altro ancora. L’équipe si incontra mensilmente per discutere dei casi più complessi e più volte la settimana per revisionare i casi trattati durante il giorno. Ogni paziente viene inoltre visitato da tutti i membri dell’équipe per favorire il processo di collaborazione.
Questo metodo consente anche di supportare la ricerca nel settore. Lo stesso approccio multidisciplinare viene utilizzato in sala operatoria.
Spiega il dott. David W. Larson, del centro del Minnesota: «nel nostro centro la pratica, la ricerca e la formazione vanno a pari passo. Abbiamo l’opportunità di visitare un alto volume di pazienti e sviluppare un’esperienza profonda nel trattamento dei tumori complessi, ma anche di fare ricerca e portare quanto appreso alla futura generazione di professionisti».
E così, quando un paziente presenta un tumore del retto ricorrente, magari con metastasi a carico di fegato e/o polmoni, la sala operatoria si arricchisce anche dei chirurghi esperti degli organi interessati ma con profonda conoscenza del tumore del retto. Ciò assicura un intervento di qualità.
Diversi approcci terapeutici
L’esperienza accumulata negli anni ha portato a ricercare metodi sempre meno invasivi di trattamento per i pazienti con tumore del colon-retto. Per esempio, il dott. Larson nota una particolare della ricerca nel rendere la chirurgia la scelta estrema in questi pazienti, dando maggior spazio ad azioni mirate a ridurre la dimensione del tumore e al monitoraggio continuo. Quando l’intervento diventa essenziale, allora si possono scegliere diversi tipi di approccio, una volta non disponibili.
Per esempio, si può portare la radioterapia in sala operatoria, agendo direttamente sulle cellule tumorali e limitando i danni ai tessuti sani limitrofi, oppure si può utilizzare una chirurgia robotica a singolo ingresso, che limita le incisioni e rende ancora meno invasivo l’intervento, o ancora si può optare per un intervento ambulatoriale, con un piano chirurgico semplice che non prevede ricovero e con monitoraggio post-chirurgia da remoto. L’approccio migliore viene scelto dall’équipe e dal paziente, in base alle caratteristiche di ogni singolo soggetto.