Legionellosi, patologia sporadica ma in aumento

In occasione del convegno “Stop alla legionella”, organizzato dalle riviste RCI, Tecnica Ospedaliera e Hotel Domani e svoltosi oggi a Roma, il prof. Nicola Petrosillo, direttore UO Infettivologia dell’Istituto Spallanzani, ha presentato i dati più recenti relativi alla legionellosi.

Prof. Nicola Petrosillo

Pur essendo una patologia sporadica, negli ultimi anni (2013-2017) ha fatto registrare un aumento continuo del numero di casi.

Nel 2017 il tasso di incidenza è stato di 1,8 casi ogni 100.000 abitanti e il numero di casi è aumentato del 30% rispetto al 2016.

Secondo dati ISS e ECDC, in Italia nel 2017 sono stati registrati 2014 casi di legionellosi, di cui 1981 confermati e 33 probabili.

Con questi numeri l’Italia è in testa in Europa per numero di casi, seguita da Francia (1630 casi), Spagna (1363 casi) e Germania (1280 casi).

Nel 2017 sono riportati 9238 casi da 30 Paesi europei, con una mortalità dell’8%, pari a 574 casi.

Oltre duecento i partecipanti all’edizione 2019 del convegno “Stop alla legionella”

Le Regioni italiane più coinvolte dal problema legionellosi (77,4% dei casi registrati) sono Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Piemonte.

Nota interessante: dei 2014 casi notificati 124 (pari al 6,2%) erano stati ricoverati in ospedale, mentre 60 casi (3%) erano residenti in case di riposo per anziani o in RSA o in strutture di riabilitazione.

Il 50,3% dei soggetti colpiti da legionellosi soffriva già di altre patologie:

  • malattie neoplastiche 15,5%
  • malattie infettive 2,4%
  • trapianto 1,1%
  • altre patologie 1,8%

L’esito della malattia è noto per il 36,8% dei pazienti; di questi il 12,7% è deceduto.

La letalità totale è – calcolata sul totale dei casi per i quali è disponibile l’informazione sull’esito della malattia) è pari al 10,1%. Se invece si osservano solo i casi di origine nosocomiale, il valore sale al 51,1%.

Cristina Suzzani