L’ospedale come luogo della socialità

Veduta aerea del nuovo DEA presso l’Ospedale Vito Fazzi a Lecce (credit: Manni Editori)

Nonostante l’elevata complessità delle attività sanitarie ospitate, il DEA del presidio ospedaliero Vito Fazzi di Lecce si caratterizza per la cura prestata alla qualità degli spazi, in particolare a quelli dedicati alle relazioni sociali.

Situato tra il padiglione oncologico e il plesso ospedaliero esistente, il nuovo DEA è una struttura d’eccellenza che ospita le attività per emergenza-urgenza, trauma center, area chirurgica, terapie intensive e rianimazione, patologie cardiovascolari e medicina iperbarica, oltre a diagnostica per immagini, degenze e ambulatori.

Una delle sale angiografiche a disposizione del Centro Cuore (credit: Manni Editori)

L’attuale configurazione del DEA è frutto di un’attenta progettazione sviluppata anche in corso d’opera, in questo caso ai fini dell’adeguamento normativo in ambito sanitario e tecnico, alla soddisfazione di un quadro esigenziale in continua evoluzione e alla dotazione di apparecchiature medicali allo stato dell’arte, che la stazione appaltante ha affidato al raggruppamento professionale incaricato della direzione dei lavori.

Progetto e varianti

«La principale novità intervenuta durante la costruzione è consistita nella nuova classificazione del DEA da parte del legislatore regionale – afferma il prof. ing. Alfredo Magnanimo (Magnanimo Ingegneri Associati). Quello che in origine doveva essere un DEA di I livello è diventato un DEA di II livello, imponendo perciò la verifica delle previsioni progettuali e la loro revisione in base alla nuova normativa, in stretta collaborazione con i tecnici dell’ASL.

prof. ing. Alfredo Magnanimo

Con il senno di poi è stato meglio così. La flessibilità del progetto originario ha permesso la riconfigurazione di alcune aree per accogliere attività di fondamentale importanza per il territorio, come il Centro Cuore. L’insieme delle varianti ha restituito un organismo edilizio rinnovato, una struttura all’avanguardia anche dal punto di vista organizzativo e tecnologico, che si pone in rapporto visivo diretto con il contesto urbano circostante».

«Le altre varianti in corso d’opera sono state significative – spiega l’arch. Vittorio Mirizzi (Mirizzi Architetti Associati). È stata prevista una camera calda che potesse funzionare da collegamento tra il nuovo edificio e il plesso esistente, per lo smistamento dei diversi codici, ed è stata inserita un’area per lavaggio e sterilizzazione al servizio dell’area chirurgica.

Arch. Vittorio Mirizzi

Il potenziamento degli spazi destinati al pubblico e al personale ha invece interessato sia la realizzazione di una sala conferenze e di un luogo di culto, sia l’ampliamento del bar e gli spogliatoi. È stata introdotta una importante innovazione in termini di arredi integrati per le stanze di degenza e aggiornata la fornitura delle apparecchiature elettromedicali, oltre che la realizzazione di un nuovo parcheggio esterno.

Le implementazioni della parte impiantistica e per la sicurezza hanno interessato la rete di alimentazione in media tensione, la configurazione delle unità di trattamento dell’aria per il Blocco operatorio, la previsione di corpi illuminanti a led, l’inserimento del sistema di raccolta delle acque meteoriche con l’impianto di irrigazione, il miglioramento dei sistemi al servizio del CED, il monitoraggio energetico, la gestione automatica degli oscuranti, ecc.».

Tecnologia e accoglienza

Quali aspetti caratterizzano il Centro Cuore?
«Si tratta di un settore d’eccellenza che nasce dall’intento della ASL di implementare un percorso diagnostico-terapeutico nel settore cardiovascolare – continua il prof. ing. Magnanimo – in grado di mettere a disposizione dei pazienti tecniche chirurgiche sempre meno invasive e le procedure di cateterismo cardiaco più aggiornate.

Il Centro Cuore occupa l’intero livello 3 ed è dotato di tutti i reparti e gli spazi necessari (filtri per pazienti e materiali, sala visita, preparazione personale, preparazione e risveglio pazienti, sale comando, locali di lavoro per il personale, sterilizzazione, sala relax, spazi tecnici ecc.) che lo configurano come una vera e propria sede dipartimentale.

Per la parte interventistica il Centro Cuore dispone di una sala chirurgica ibrida, due sale per l’emodinamica e una sala per l’elettrofisiologia. Ampia più di 80 m2, la sala ibrida (ISO 5) permette di gestire procedure multidisciplinari complesse, utilizzando strumenti di imaging avanzati, e può accogliere diverse equipe, per eseguire sul medesimo paziente un intervento a cuore aperto e, contemporaneamente, una procedura di cateterismo cardiaco».

Le scelte cromatiche che identificano il DEA sono state uno degli aspetti più curati (credit: Manni Editori)

Il nuovo DEA si distingue anche per un’immagine degli spazi interni particolarmente curata.

«Tutte le scelte sono state compiute in stretta collaborazione con la struttura tecnica dell’ASL – prosegue l’arch. Mirizzi. La selezione degli arredi non tecnici ha costituito un aspetto significativo sia per la qualità complessiva degli spazi di ingresso e attesa, delle camere di degenza, degli ambienti per gli infermieri, degli studi medici ecc., sia per conferire all’edificio un’immagine accogliente ed esteticamente gradevole, capace anche di stimolare le relazioni interpersonali e di rendere piacevole la permanenza negli spazi di lavoro del personale.

L’illuminazione naturale è una presenza costante in gran parte degli ambienti del DEA (credit: Manni Editori)

Il fornitore è stato selezionato considerando anche l’immagine moderna, colorata e informale dei prodotti, le qualità visive, tattili e igieniche delle superfici e l’impiego di materiali eco-compatibili, nel contesto di un progetto dell’architettura degli interni che comprende anche la definizione di una strategia di way-finding comprensiva della segnaletica, mirata a facilitare la comprensione dei percorsi».

«Nel rispetto di tutti i requisiti tipici di un edificio ospedaliero concepito per accogliere funzioni a elevata complessità», conclude il prof. Magnanimo, «l’impegno del gruppo di professionisti che ha redatto le varianti è stato orientato a restituire una struttura rispondente a tutte le esigenze della sanità contemporanea, in termini di qualità architettonica, dotazione strumentale, efficienza energetica, sicurezza ecc., mantenendo i costi all’interno degli standard correnti per l’edilizia ospedaliera».

Giuseppe La Franca, architetto