In Italia ogni anno si registrano circa 4.000 ricoveri per ustioni, ma i pazienti con gravi ustioni ed esiti cicatriziali invalidanti sono circa 2.500 l’anno.
Sono in gran parte adulti e anziani (26% tra i 50 e i 70 anni, 24% over 70), nel 67% dei casi sono di sesso maschile e nel 72% dei casi gli incidenti avvengono presso la propria abitazione: nel 34% dei casi la causa è la fiamma, nel 23% l’alcol. Solo nel 10% dei casi si tratta di incidenti sul lavoro.

L’ustione è una patologia epidemiologicamente rara e in molti casi cronica e irreversibile.

Lo dimostrano la complessità di diagnosi e trattamento, il carico socio-assistenziale per i pazienti, gli esiti invalidanti, riassunti nella pubblicazione “La malattia da ustione. Una patologia rara e cronica non riconosciuta nei Lea”, realizzata da Osservatorio Malattie Rare in collaborazione con Siust – Società Italiana Ustioni e con le associazioni Atcrup Odv e Assobus Onlus, presentata questa mattina presso il Senato della Repubblica, in un evento realizzato grazie al contributo non condizionante di Mediwound.

Come spiegato dall’on. Lucia Annibali, Commissione II Giustizia, Camera dei Deputati, che ha anche curato la prefazione della pubblicazione, «il processo di guarigione dall’ustione è lungo e complesso e richiede competenza ed esperienza».

«I pazienti vengono trattati in modo eccellente nei 17 Centri Ustioni italiani e hanno diritto a tutti i trattamenti ospedalieri gratuiti», ha affermato il prof. Antonio di Lonardo, presidente della Siust, direttore del Centro Ustioni di Pisa, «ma dopo le dimissioni in molte regioni sono abbandonati a se stessi. Perché non esiste un codice di esenzione nazionale né un percorso assistenziale garantito a livello nazionale».

«Dopo le dimissioni dall’ospedale sono necessari presidi non inseriti nel nomenclatore tariffario», ha ricordato la presidente di A.T.C.R.U.P. Odv Laura Lensi, «e le famiglie sono costrette a pagare almeno 400-500 euro al mese per guaine elastocompressive, creme e unguenti, per fare fisioterapia e il più delle volte anche per il supporto psicologico.
Questo dipende dal fatto che a livello nazionale non esistono né un codice di esenzione né un Pdta. Difficilmente si ottengono i benefici previsti dall’invalidità civile e dalla legge 104».

Le istanze dei pazienti e di Siust sono state discusse durante la tavola rotonda, alla presenza della senatrice Maria Rizzotti, 12 Commissione Permanente (Igiene e Sanità), dell’on. Fabiola Bologna, segretario della 12 Commissione (Affari Sociali), e della dott.ssa Liliana La Sala, Ufficio 9 DG Prevenzione Sanitaria, Tutela Salute della Donna dei Soggetti Vulnerabili e Contrasto alle Disuguaglianze del Ministero della Salute.

Durante la seconda parte dell’incontro si è inoltre discusso della necessità di migliorare la gestione delle situazioni di maxiemergenza ad alto afflusso di ustionati, che possono verificarsi tutte le volte in cui il numero degli ustionati ecceda le capacità dei soccorritori e dei Centri Ustioni in grado di farsene carico. Un incidente stradale con 10 ustionati può essere sufficiente per innescare una maxiemergenza.

Dalla tavola rotonda, alla quale sono stati invitati anche i rappresentanti della Protezione Civile e della Sanità Militare, è emersa la necessità di un coinvolgimento maggiore dei Centri Ustioni nella pianificazione dei soccorsi e nella creazione di una rete di reparti con cui collaborare, oltre al fatto che la formazione del personale non possa prescindere da corsi teorico-pratici e simulazioni con l’aiuto di esperti.

Secondo quanto emanato dalle raccomandazioni europee nel 2020, tutti gli Stati membri devono dotarsi di un piano di soccorso specifico per le maxiemergenze con ustionati attivabile a livello locale, regionale o nazionale, creare squadre di pronto intervento con esperti in materia e dotarsi di scorte nazionali strategiche di farmaci specifici per aumentare la capacità di trattamento ospedaliera di un elevato numero di pazienti ustioni, come il farmaco per il debridement enzimatico.

Dall’incontro è emerso che il nostro Piano Nazionale per le maxi-emergenze non è specifico per le ustioni, pertanto potrebbe non rispondere adeguatamente alle specifiche necessità.

Urge lavorare alla definizione di specifici piani d’intervento, alla formazione dei soccorritori e alla realizzazione di una rete ospedaliera che supporti il centro ustioni in caso di necessità.