L’aterosclerosi comporta un irrigidimento delle tonache arteriose a causa della formazione di placche e del deposito di globuli bianchi e, quindi, un’alterazione del normale flusso sanguigno.
Si ritiene che questa patologia cronica sia una delle principali cause di morte nei Paesi industrializzati: esistono evidenze, per esempio, che una persona su cinque con questa condizione sviluppi nel medio periodo un evento cardiaco grave, come un infarto del miocardio.

Poter individuare precocemente i soggetti predisposti permetterebbe di seguirli con maggiore attenzione e di avviare dei piani terapeutici personalizzati.
Questo è proprio l’obiettivo di uno studio condotto dal Centro Cardiologico Monzino di Milano, chiamato INTESTRAT-CAD, giunto alla sua seconda fase di reclutamento che intende sviluppare nuovi strumenti di previsione partendo da esami ematici e da una TAC coronarica.

I ricercatori dell’Istituto milanese stanno infatti cercando marcatori molecolari combinati a marcatori radiografici in grado di stratificare la popolazione ateriosclerotica per fasce di rischio, anche in assenza di sintomi conclamati, basandosi su delle semplici analisi del sangue.
Importante, per lo sviluppo di questo strumento, anche le scienze “omiche”: genomica, epigenomica, trascrittomica. Spiega Gualtiero Colombo, Responsabile dell’Unità di Genomica Funzionale e Immunologia del Monzino: «l’idea originale della ricerca parte dal presupposto dello studio EPIFANIA (dal verbo greco επιφαίνω, epifaino, “mi rendo manifesto”), avviato al Monzino quattro anni fa: non tutte le placche coronariche sono uguali e soprattutto non tutte conducono a un evento cardiovascolare.

Ci siamo dunque posti l’obiettivo di classificare il diverso rischio di eventi coronarici dei pazienti con placche iniziali, in base a indicatori prognostici molecolari personalizzati. La partnership con alcune delle migliori eccellenze della Lombardia permette importanti evoluzioni rispetto ad EPIFANIA. Utilizzeremo l’intelligenza artificiale per generare modelli di predizione di rischio, studieremo nuovi aspetti molecolari della malattia, come l’assetto della risposta immunitaria/infiammatoria a livello cellulare.

I dati preliminari di EPIFANIA ci hanno confermato che possiamo classificare diversi tipi di placca. Le forme di aterosclerosi possono dunque essere diverse dal punto di vista molecolare: di conseguenza, potrebbero esistere parametri specifici per diversi sottotipi di malattia coronarica. Ora possiamo allargare i nostri orizzonti e le nostre ambizioni e trovare un maggior numero di questi parametri, per definire la predisposizione all’infarto a livello di singolo soggetto. Parte ora la fase due del progetto: richiamare i pazienti per i quali c’è indicazione per eseguire una seconda TAC coronarica, in modo da valutare la progressione della malattia». Allo studio collaborano anche l’Istituto Clinico Humanitas, l’IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare), l’Università di Pavia e il Policlinico San Matteo di Pavia. INTERSTRAT-CAD è finanziato dalla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (FRRB).

Stefania Somaré