Medulloblastoma, nuova strategia terapeutica da ENEA

Il medulloblastoma è un tumore embrionale del sistema nervoso centrale, il più frequente in età pediatrica: colpirebbe infatti circa sette bambini ogni milione di nati, con una frequenza leggermente superiore nei maschi e inversamente proporzionale all’età, il che significa che tende a manifestarsi in bambini molto piccoli. Sindrome di Turcot, sindrome di Gorlin e sindrome di Li-Fraumeni sono tra le principali malattie genetiche che favoriscono la comparsa di questo tipo di tumore.

Mariateresa Mancuso, responsabile del Laboratorio Tecnologie Biomediche di ENEA, spiega: «per curare questo tipo di tumore solido, con tendenza a metastatizzare e a recidivare, il trattamento convenzionale include una combinazione di chirurgia, radioterapia e/o chemioterapia. Si tratta di terapie che possono causare danni neurologici e diffusi effetti collaterali. Obiettivo della nostra ricerca è stato valutare in esperimenti di laboratorio una nuova strategia terapeutica volta a limitare e ridurre questi effetti attraverso un approccio integrato e biotecnologico».

La ricerca, in particolare, fa parte del progetto sostenuto da Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, chiamato NANOCROSS, incentrato proprio su questo tipo di tumore solido: un progetto che prevede di sfruttare virus vegetali ingegnerizzandoli per diventare veicoli ideali di farmaci antitumorali in grado di superare la barriera ematoencefalica. Nel caso specifico, il virus a essere sottoposto a ingegnerizzazione è quello del pomodoro, totalmente innocuo per l’uomo.

Interviene Chiara Lico del Laboratorio Biotecnologie ENEA: «i virus vegetali così ingegnerizzati sono innocui, sicuri, biocompatibili e biodegradabili, e possono essere prodotti rapidamente e a basso costo utilizzando le piante come biofabbrica. Per queste qualità si sono rivelati dei candidati particolarmente idonei allo scopo della ricerca. Per la produzione su larga scala delle nanoparticelle virali vegetali opportunamente progettate per attraversare la barriera ematoencefalica e puntare al medulloblastoma, sono state utilizzate piante di Nicotiana benthamiana, un particolare tipo di pianta del tabacco».

Lo studio ha visto la partecipazione, con il team di ENEA, anche dell’Università della Tuscia: il team è quindi esperto sui meccanismi che regolano l’insorgenza e lo sviluppo del medulloblastoma e di biotecnologie, specializzati nel settore Plant Molecular Farming.

«Nel complesso i risultati raggiunti, che sono stati integrati con analisi di simulazioni molecolari al computer, sono un primo passo verso nuove prospettive per l’uso di questa piattaforma di somministrazione mirata di farmaci, che potrebbe contribuire a ridurre drasticamente gli effetti collaterali, sia acuti che tardivi, delle terapie antitumorali per il trattamento del medulloblastoma, ma anche di altri tipi di tumori solidi», sottolinea Mariateresa Mancuso. Vediamo i frutti che nasceranno da queste ricerche.

Certo, è affascinante osservare come la commistione di sapere e settori della scienza possa portare a risultati positivi per la nostra specie. Nello specifico, si sono ottenuti risultati interessanti con dosi minori di farmaco rispetto a quelle necessarie per un normale trattamento chemioterapico.

(Lo studio: International Journal of Molecular Sciences “Tomato Bushy Stunt Virus Nanoparticles as a Platform for Drug Delivery to Shh-Dependent Medulloblastoma”. Lico C, Tanno B, Marchetti L, Novelli F, Giardullo P, Arcangeli C, Pazzaglia S, Podda MS, Santi L, Bernini R, Baschieri S, Mancuso M. Int J Mol Sci. 2021;22(19):10523. doi: 10.3390/ijms221910523)

Stefania Somaré