I progressi diagnostici e terapeutici, che stanno modificando la storia naturale del mieloma multiplo, richiedono un cambio di rotta nella gestione della malattia.
Il mieloma multiplo, grave tumore del sangue, colpisce in prevalenza nella fascia d’età 70-80 anni: per questo in Liguria (la Regione con la percentuale più alta di over 65) è proprio lo scenario epidemiologico a rendere questa malattia una sorvegliata speciale.
A seguito degli enormi progressi diagnostici e terapeutici che hanno migliorato la gestione della malattia e aumentato la sopravvivenza, si impone una revisione dei PDTA nel senso di una gestione omogenea in tutto il territorio.
Il convegno di oggi “Percorsi diagnostico-terapeutici nel Mieloma Multiplo nella Regione Liguria”, che riunisce gli specialisti di tutti i centri ematologici liguri, e si svolge sotto il patrocinio di ALISA, il Servizio Sanitario Ligure, e del DIAR, il Dipartimento InterAziendale Regionale Oncoematologico, con il sostegno incondizionato di Celgene, vuole essere il tentativo di realizzare un PDTA nel mieloma multiplo comune e omogeneo in tutta la Regione Liguria.
«Questo meeting», dichiara il responsabile scientifico Roberto M. Lemoli, professore ordinario di Ematologia presso il Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche dell’Università di Genova e direttore della Clinica Ematologica del Policlinico San Martino IRCCS di Genova (centro di riferimento regionale per il mieloma multiplo), «si inserisce nell’ambito delle attività previste dal DIAR, che prevedono di riorganizzare e rafforzare l’integrazione tra il Policlinico San Martino, gli altri ospedali regionali e il territorio, con il potenziamento della Rete ematologica attraverso il sistema hub&spoke».
«Confidiamo che grazie al confronto con i colleghi ematologi che operano nelle strutture ospedaliere fuori Genova, riusciremo a condividere il percorso di cura del paziente con mieloma multiplo attuato al San Martino con tutti gli altri centri ematologici della Liguria. Entro fine anno verrà anche prodotto un documento regionale per il PDTA mieloma multiplo. L’obiettivo è elevare la qualità dei trattamenti ed evitare la migrazione dei pazienti».
Attualmente, il PDTA nella Regione Liguria presenta aspetti virtuosi come la presenza di un Centro di riferimento presso il Policlinico San Martino, ma anche qualche criticità legata alla geografia e alla viabilità particolari della Liguria, che rendono prioritaria l’implementazione della Rete oncoematologica con la creazione di protocolli di diagnosi e terapia omogenei in tutta la Regione.
«Abbiamo assistito negli ultimi anni a un’evoluzione della diagnostica, con la scoperta di alcune anomalie genetiche che correlano con la prognosi del mieloma e che possono indirizzare il trattamento», sottolinea Roberto M. Lemoli, «mi riferisco ai test citogenetici e molecolari ai quali tutti i pazienti devono avere accesso sul territorio al momento della diagnosi. Molto cambiato è anche lo scenario terapeutico, in continua evoluzione, con l’approvazione da parte degli Enti regolatori internazionali e nazionali di numerosi nuovi farmaci che stanno modificando la prospettiva terapeutica per i pazienti con un miglioramento della prognosi. Teniamo presente che le nuove terapie e il trapianto di cellule staminali autologo permettono oggi un aumento davvero consistente del numero dei lungosopravviventi».
Infatti, la sopravvivenza globale per i pazienti con mieloma multiplo si è triplicata, grazie a nuovi farmaci come gli inibitori del proteosoma e i farmaci immunomodulanti.
In particolare, il peculiare meccanismo d’azione dei farmaci immunomodulanti consente il loro utilizzo in diversi stadi della malattia. Inoltre, la somministrazione orale facilita l’aderenza alla terapia con conseguenze positive sull’efficacia dei farmaci.
Enormi sono i traguardi raggiunti dall’innovazione terapeutica, in quest’area e in quest’ottica il Policlinico San Martino di Genova resta il riferimento per gli studi clinici sperimentali, per i test citogenetici e molecolari e per il trapianto di cellule staminali autologo e allogenico ma estende il suo modello di cura dei pazienti con mieloma multiplo a tutti gli altri ospedali della Liguria, in un circuito virtuoso di assistenza d’eccellenza, ottimizzazione delle risorse e rispetto del paziente, che non deve spostarsi dal luogo di residenza.