Garze, guanti, cannule, cateteri, mascherine e altri dispositivi contaminati da materiale biologico: sono i cosiddetti ROT, rifiuti ospedalieri trattati dagli operatori sociosanitari, classificati come pericolosi e a rischio infettivo. Gli ospedali italiani ne producono tonnellate ogni anno, che vanno poi sterilizzate o incenerite, con conseguenze sull’ambiente.
Per migliorare la gestione di questo problema, il Gruppo MultiMedica ha installato due innovativi impianti che triturano e sterilizzano i ROT, riducendone il volume fino al 75%, senza emettere sostanze nocive nell’acqua o nell’atmosfera né produrre residui chimici e limitando il dispendio energetico e idrico.
I due impianti si trovano presso l’Irccs MultiMedica di Sesto San Giovanni (da marzo 2023) e presso l’Ospedale MultiMedica di Castellanza (da luglio 2022), prossimamente verranno introdotti anche in tutte le altre sedi del Gruppo, come l’Ospedale San Giuseppe di Milano.
Si stima che il nuovo sistema abbia permesso di risparmiare 130.000 kg di emissioni di CO2 e 470.000 MJ di energia.
Gli impianti realizzati a Castellanza e a Sesto San Giovanni, che nei due ospedali permettono di trattare rispettivamente 15 e 100 kg di rifiuti l’ora, si basano su una tecnologia brevettata da Newster Group. Cuore del macchinario è un set di lame taglienti, il cui potente movimento rotante tritura finemente, agita e scalda i rifiuti tramite continui urti e attriti, fino a raggiungere una temperatura di 150°C.
Al termine del processo, si produce acqua di condensa, che può essere scaricata nella rete fognaria senza alcun rischio biologico e l’aria residua viene immessa nell’ambiente dopo essere stata filtrata da un sistema che cattura particelle fino a 0,3 micron, eliminando microbi e altre sostanze pericolose. Dopo il trattamento, i rifiuti risultano, quindi, sterili, ridotti di volume del 75%, di peso del 20-25% ed essiccati, così da essere assimilati alla quota indifferenziata dei rifiuti urbani. A Sesto San Giovanni si è passati da un volume medio mensile di 450.000 litri di rifiuti a 135.000.
Il sistema implementato da MultiMedica si estende a vari aspetti della gestione dei macchinari. Si tratta di un processo più ampio, che, per esempio, richiede l’uso di contenitori in plastica lavabili, al posto di quelli tradizionali in cartone, per lo stoccaggio e la movimentazione dei rifiuti sanitari pericolosi all’interno dell’ospedale. Ciò abbatte il rischio di contaminazione, perché non possono filtrare liquidi, riduce la possibilità di incidenti e l’evenienza che gli operatori deputati alla manipolazione di questi contenitori entrino in contatto con materiale infetto. La sostituzione dei contenitori in cartone con quelli in plastica impatta anche a livello ambientale, evitandone il trasporto quotidiano all’inceneritore e riducendo lo spreco quotidiano di grandi quantità di materiali usa e getta.
Inoltre, la necessità di garantire il buon funzionamento dei macchinari che tritano i rifiuti, settati per processare solo quelli effettivamente pericolosi e infetti, impone una maggior accuratezza nella raccolta differenziata da parte di tutto lo staff ospedaliero, che deve prestare ancora più attenzione nell’evitare di gettare nei contenitori per i rifiuti speciali quelli non pericolosi, che invece possono essere smaltiti nel ciclo dei normali rifiuti urbani.