Nuove opportunità professionali dal point of care

Monitor screen in radiology.Le aziende che puntano sulla diagnostica nell’ambito della chimica clinica e della telecardiologia vedono costantemente i loro fatturati in crescita, soprattutto quando si parla di point of care. Le multinazionali del settore nel 2013 hanno registrato utili intorno al 15% e questo si ripercuote sull’assunzione: nell’ultimo anno tutti i principali player del settore hanno assunto figure con professionalità diverse. «Le ricerche più frequenti sono quelle in ambito commerciale, per esempio product specialist e nell’ambito dell’assistenza tecnica, come Field Service Engineer», afferma Teresa Caputo, manager di Technical Hunters, società che si occupa di ricerca e selezione di profili altamente specializzati nel middle e senior management. «Per la diagnosi decentralizzata si ricorre infatti all’uso di strumenti trasportabili, portatili e palmari, kit test, tutti ad alto livello tecnologico che richiedono una formazione e assistenza accurata per il loro uso».

Si tratta di professionalità capillarmente presenti sul territorio, dal product specialist, al Field Service Engineer, che percepiscono una Ral che oscilla tra 35mila e 40mila euro, in base alla seniority, a cui si aggiungono i benefit. «Le aziende sono interessate a incontrare candidati con almeno 3 o 4 anni di esperienza acquisita nel ruolo», prosegue Teresa Caputo. «Dal punto di vista formativo-scolastico per i product specialist sono preferite lauree di stampo scientifico o biomedicale, nel caso delle figure di service si prediligono profili con formazione ingegneristica, ma anche candidati con diploma tecnico, a patto che abbiano conseguito una significativa esperienza, specie presso competitors. Dal punto di vista delle soft skills, visto il lavoro a costante contatto con i clienti e stakeholders, è fondamentale che i candidati abbiano delle buone doti relazionali e siano molto proattivi nel prevenire eventuali loro necessità».