Una delle sfide imposte dal Covid-19 è la sua capacità di diffondersi nella popolazione in modo quasi silente, data l’elevata percentuale di soggetti asintomatici o pauci-sintomatici.
Vera è una tecnologia che unisce un software pronto all’uso e una piattaforma per i test che può essere utilizzata da ogni organizzazione sanitaria e non, per creare il proprio programma di sorveglianza e di testing diffuso. Il tutto a basso costo.

Il sistema è stato creato dalla Stanford Unversity in collaborazione con altre istituzioni, tra cui il Chan Zuckerberg Biohub e Microsoft, ed è pensato per favorire la riapertura delle scuole e di altre attività.
Vera integra diverse componenti, tra cui la possibilità di personalizzazione: un kit per effettuare un auto-tampone che richiede di tamponare solo le narici e non la gola e un portale sicuro per inviare i risultati al sanitario di riferimento.

La piattaforma supporta diverse tecnologie per il self testing, contatti con i laboratori e strumenti per la sorveglianza.

Il kit Vera (credits: Vera)

Vera è disponibile gratuitamente, sotto termini non commerciali, per istituzioni accademiche, dipartimenti di salute pubblica, laboratori di analisi e altre organizzazioni che siano interessate a portare avanti un programma di testing su ampia scala.

L’idea è portare avanti uno studio per verificare l’attendibilità del sistema, che è stato pensato non solo per la pandemia presente, ma anche per eventuali future evenienze.

Lo studio, denominato CATCH – Community Alliance to Test Coronavirus at Home, sarà condotto all’interno della Baia di San Francisco: i partecipanti potranno ordinare un test online, riceverlo tramite corriere e inviare i campioni per le analisi, che verranno effettuate dal Laboratorio di Virologia Clinica della Stanford University.
L’obiettivo è raggiungere i 1000 partecipanti.
Questo tipo di approccio permetterebbe anche di raccogliere dati rispetto a sintomatici e asintomatici ed eventualmente di studiare le ragioni per le quali alcuni soggetti passano quasi illesi dall’infezione da Covid-19 mentre altri sviluppano sintomi seri.

Stefania Somaré