Pillole dal XXII convegno AIIC

Oltre 1200 iscritti, 478 aziende presenti su uno spazio espositivo di 2.000 m2, 98 aziende sponsor, 978 iscritti ai corsi di formazione. Sono i numeri che decretano il successo del XXII Convegno AIIC (Associazione Italiana Ingegneri clinici), “Oltre il PNRR: verso una cultura tecnologica a sostegno della salute”, tornato in presenza al Palariccione dal 12 al 15 giugno scorsi.

Cyber security, formazione, governance, collaborazione pubblico-privato e tra clinica e azienda, digitalizzazione, teleassistenza sul territorio e al domicilio del cittadino-paziente, PNRR (Piano nazionale Ripresa e Resilienza) e DM 71, nuovi regolamenti sui dispositivi medico-diagnostici, nuove risorse/figure professionali qualificate.

Sono alcuni dei temi al centro dell’evento che ha portato in platea l’attualità, ovvero le criticità da risolvere in tempi rapidi e i punti di forza, come gli expertise, di cui il territorio dispone, con le massime rappresentanze istituzionali, scientifiche e cliniche del settore.

Pillole dal convegno

Denominatore comune l’innovazione digitale e tecnologica, driver del cambiamento, all’interno dell’ospedale, sul territorio, e a livello domiciliare, che si concretizza nell’ampio capitolo della teleassistenza nelle sue molteplici declinazioni: telemonitoraggio, teleconsulto, televisita, veicolate in ambito terapeutico a dispositivi indossabili, app, digital therapeutics, fino al Fascicolo Sanitario Elettronico domiciliare.

Opportunità che sottendono un chiaro messaggio: la tecnologia si muove e va implementata in relazione al bisogno clinico del paziente. Per una applicazione efficiente ed efficace della telemedicina è necessaria la partecipazione di tutte le figure professionale: cliniche (medici e infermieri), ingegneri clinici, strutture sanitarie, sinergiche nell’offerta al paziente che resta il primo attore e fruitore.
Sul suo bisogno di assistenza e salute vanno definiti gli obiettivi clinici e sanitari, gli indicatori di risultato clinico, ricoveri e complicanze, l’outcome in senso lato, contestualizzati all’interno di indicatori di processo e struttura che abbiano come fine ultimo il ben-essere del paziente.

In questo percorso si inserisce la tecnologia, il mezzo che favorisce la relazione, l’implementazione e/o il risultato della cura, ma che non esclude, preclude o limita il rapporto medico-paziente, al contrario lo rende possibile in caso di possibili ostacoli, prima fra tutti la distanza da centri di cura.
Se la teleassistenza è l’obiettivo, non si può prescindere dal rilancio dell’organizzazione dei servizi territoriali per portare la sanità fino al domicilio del paziente, come previsto dal DM 71, e dal migliore utilizzo dei finanziamenti dedicati dal PNRR con la Missione 6: un miliardo di risorse per favorire l’ingresso capillare e in ogni forma della teleassistenza sul territorio, eleggendo la casa primo luogo di cura del paziente, nel rispetto del concetto di prossimità e vicinanza ai bisogni della persona e alla personalizzazione del progetto di cura.

Le criticitĂ 

Un obiettivo auspicabile o possibile? Entrambi, se si superano alcune criticità: la logica dei silos, in primo luogo, con una lettura e interpretazione dei fenomeni dal verticale, che bloccano informazione e comunicazione, all’orizzontale in cui le realtà differenti diventino interoperabili, ciascuna con i propri mezzi e competenze.

Servono dunque un cambio di passo nella logica del sistema con la progettazione di soluzioni che superino le attuali barrire infrastrutturali, che facilitino il dialogo fra sistemi diversi, che favoriscano l’integrazione e la condivisione dei dati. Dati che occorre imparare a leggere e a governare con l’aiuto anche di persone referenziate.

Da ciò la necessità di investire nella formazione, in risorse adeguatamente “educate” e competenti all’uso corretto delle tecnologie dove la componente umana, a fianco del ripensamento dei processi e dell’organizzazione – è elemento fondamentale nel rispetto di un approccio multifunzionale al paziente. Il cambiamento, fulcro nodale, deve essere rapido.
Entro settembre 2024, è previsto che ogni regione abbia approvato un progetto di telemedicina affinché 200.000 persone-pazienti possano essere correttamente seguiti e monitorati a partire dal 2025.

Quindi la sfida: creare competenze e portare le esperienze attuali a livello ospedaliera-aziendale, ad oggi all’incirca 370, su scala regionale e nazionale.

La tutela

Tecnologia e dati richiedono tutela, ed ecco un altro tema a cuore del convegno: la cyber secuity. Sono necessarie soluzioni, interoperabili, che proteggano dati sensibili, associati a specifici device e dispositivi come le pompe insuliniche, i pacemaker, i bluetooth e le strutture da attacchi informatici e mezzi che forniscano al personale in tutte le figure rappresentative – dall’infermiere all’ingegnere clinico – conoscenze di base in cybersecurity mirata all’healthcare.

In questo catena, anello chiave sono i produttori di tecnologie: attualmente il fabbricante per garantire sicurezza deve fare riferimento alla nuova banca dati Eudamed e alla Post Marketing Surveillance, tuttavia non ancora completamente operativi: servono opzioni e strumenti in grado di analizzare rischi e incidenza per gravitĂ  di impatto e tali da tutelare il dispositivo e i dati, di qualunque natura e provenienza, in tutta la filiera (dalla progettazione allo smaltimento) da qualsiasi possibile inquinamento o deprivazione di informazioni.

Infine, occorre una governance centrale non solo istituzionale ma anche in termini di strumenti e linee guida.
Le prime, attese dal 2017, riferite al regolamento 2017/746, sono arrivate e dettagliano le nuove applicazioni in tema di dispositivi medico-diagnostici in vitro IVD.

In conclusione

La tecnologia utile è quella che parte da un bisogno clinico, inserita all’interno di un processo corretto: solo grazie alla valutazione multidimensionale del paziente e del suo bisogno di assistenza e salute è possibile determinare le migliori risposte erogate da organizzazioni sanitarie efficienti ed efficaci, e programmando gli investimenti tecnologici, siano essi di grandi apparecchiature, di dispositivo e reti informatiche interoperabili.

Francesca Morelli