Poliambulanza: un nuovo robot dedicato al ginocchio

Gli interventi al ginocchio sono in crescita, come quasi tutti quelli relativi alla protesica. La causa principale? L’invecchiamento della popolazione, come sempre.
Ottenere i massimi risultati da un atto chirurgico è l’obiettivo di ogni chirurgo ortopedico: è questa infatti la strada per consentire al paziente un buon recupero e anche il mantenimento della propria autonomia. Inoltre, interventi che consentono di ridurre i tempi di ospedalizzazione sono importanti anche per la struttura ospedaliera che può così contenere i costi dell’intervento.

Protesi al ginocchio Navio La tecnologia robotica ha contribuito parecchio, negli ultimi anni, a velocizzare alcune tipologie di intervento, anche ortopedico. Recentemente Fondazione Poliambulanza ha acquisito un nuovo robot, chiamato Navio, che consente di migliorare di molto i risultati di un intervento sul ginocchio, poichĂ© «permette di raggiungere un livello di precisione impossibile per l’occhio e la mano umana. Dai primi casi eseguiti nell’ospedale cittadino emerge un risultato chirurgico migliorativo», sottolinea il dottor Flavio Terragnoli, direttore del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia di Fondazione Poliambulanza.

Protesi al ginocchio Navio Ma di cosa si tratta? Navio è composto da uno strumento computer-assistito, una fresa ad alta velocità, e da un programma in grado di stabilire con la massima precisione il punto di inserimento della protesi e di guidare il chirurgo nella fase di pianificazione ed esecuzione dell’operazione. Ovviamente, stiamo parlando di chirurgia mini-invasiva, come sempre quando si parla di robotica.
Alla gamba e alla coscia del paziente vengono posizionati dei sensori per la navigazione robotica attraverso i quali il chirurgo può fare uno studio cinematico preciso del ginocchio che sta operando. Nel frattempo, uno strumento apposito effettua una ricostruzione 3D dell’articolazione. Unendo le due funzioni, il chirurgo riesce a stabilire con precisione estrema dove inserire la protesi e con quale angolazione (margine di errore inferiore a 0,5 mm), il che consente un recupero funzionale migliore nel paziente.

Protesi al ginocchio Navio Terragnoli sottolinea che «l’intervento rimane opera del medico. Il robot ci consente però di raggiungere un livello di accuratezza che nessuna mano e nessun occhio umano riesce ad avere, e questo può fare la differenza. Infatti non solo la scelta della protesi avviene tenendo conto delle caratteristiche anatomiche del paziente, ma il sistema robotizzato permette anche di personalizzare la procedura chirurgica, dando il massimo beneficio al paziente: minor dolore fisico e recupero della piena funzionalità in minor tempo».
Il robot consente inoltre di preservare la parte di osso che non deve essere toccata, rendendo estremamente preciso anche il taglio. Esiste infatti un controllo dell’esposizione e uno della velocità: nel primo caso, la fresa si ferma se sta per incidere parte di osso che deve restare illesa; nel secondo la velocità della fresa si riduce o ferma quando si è nella porzione di osso da tagliare, o se si sta uscendo dai confini stabiliti.

«La dimissione avviene in 3-4 giorni dall’intervento – aggiunge Terragnoli -. Tempistiche così veloci erano garantite in Fondazione Poliambulanza anche prima dell’avvento della chirurgia robotica, ma grazie a questa tecnologia i pazienti trattati hanno un recupero funzionale piĂą completo».

Stefania Somaré