Polmoniti da influenza, un nuovo score per valutare la ventilazione

Se si considerano le patologie infettive, quelle del basso tratto respiratorio sono nel complesso la prima causa di morte al mondo, superando i decessi per HIV e TBC.

Uno studio ha analizzato alcuni dati riferiti alla stagione influenzale 2017 e relativi a mortalità, ospedalizzazione e complicanze, prendendo in considerazione varie regioni del mondo: 145.000 i morti, compresi in tutte le età, 9,4 milioni le ospedalizzazioni e 81,5 milioni i giorni di degenza. I più colpiti, nel 2017 come nelle altre stagioni, gli anziani, che possono sviluppare forme influenzali da moderate a molto gravi.

Lo studio indicava, inoltre, che complicanze dell’influenza, anche quelle cardiovascolari, riguardano soprattutto gli anziani. Quando un anziano giunge in ospedale, però, non è sempre possibile prevedere il decorso dell’influenza, il che incide nella scelta del percorso terapeutico più adatto.

Uno studio cinese propone un nuovo score per identificare i pazienti anziani ricoverati per influenza che potrebbero necessitare di ventilazione meccanica entro il 14° giorno dal ricovero. Cinque gli ospedali universitari coinvolti nello studio per un totale di 1107 pazienti, reclutati tra il 2012 e il 2019: 895 sono stati utilizzati per creare l’indice e 212 per la sua validazione.

Come si vede, lo studio non tiene conto della recente pandemia. Il 10.6% dei pazienti coinvolti hanno avuto bisogno di ventilazione meccanica entro le due settimane dall’ospedalizzazione.

Una regressione multivariata sulle caratteristiche di questi pazienti ha permesso di individuare alcuni fattori associati al rischio di necessitare di ventilazione meccanica: uso precoce degli inibitori della neuraminidasi; linfociti inferiori a 0.8 × 109/L; presenza di infiltrati multilobari; uso di corticosteroidi sistemici; età superiore ai 65 anni; PaO2/FiO2 < 300 mmHg; frequenza respiratoria superiore ai 30 respiri al minuto; pH arterioso inferiore a 7.35.

Gli autori hanno anche calcolato il peso di ognuno di questi fattori, mettendoli poi insieme per creare un indice di rischio che, una volta applicato ai 212 pazienti per la validazione, ha mostrato una sensibilità del 85.5% e una specificità del 88.8%.

L’indice si è inoltre dimostrato più efficiente nello stratificare i pazienti rispetto a quelli già in uso, come il ROX, il ROX modificato e la scala di HACOR. Questi primi risultati fanno pensare che lo score potrebbe essere utile in corsia, ma prima della sua implementazione è necessario procedere con uno studio prospettico su un nuovo gruppo di pazienti.

(Lo studio: Chen, L., Han, X., Li, Y. et al. Flu-IV score: a predictive tool for assessing the risk of invasive mechanical ventilation in patients with influenza-related pneumonia. BMC Pulm Med 22, 47 (2022). https://doi.org/10.1186/s12890-022-01833-2)

Stefania Somaré