Preeclampsia: nuova frontiera per la diagnosi precoce

Un semplice prelievo di sangue nel primo trimestre di gravidanza potrebbe rivoluzionare la prevenzione della preeclampsia, consentendo l’identificazione delle situazioni a rischio con un anticipo fino a cinque mesi rispetto alla diagnosi clinica. È quanto emerge da uno studio presentato al 41° congresso annuale della European Society of Human Reproduction and Embryology, condotto dalla Carlos Simon Foundation e da iPromom.

Il ruolo chiave del cfRNA

Lo studio ha coinvolto 9586 gestanti, arruolate in 14 ospedali spagnoli tra il 2021 e il 2024. In un’analisi caso-controllo su 216 partecipanti, i ricercatori hanno utilizzato una biopsia liquida basata su RNA libero circolante (cfRNA) per identificare firme molecolari predittive di preeclampsia a esordio precoce (EOPE) e tardivo (LOPE), ben prima della comparsa dei sintomi clinici. Rispetto agli attuali strumenti di screening, limitati e spesso tardivi, il metodo cfRNA consente di rilevare segnali trascrizionali provenienti da vari tessuti materni, inclusi utero e placenta.

Il modello sviluppato ha mostrato una sensibilità dell’83% e una specificità del 90% nella previsione dell’EOPE già a 9-14 settimane di gestazione, con un’area sotto la curva (AUC) di 0,88, in media 18 settimane prima della diagnosi clinica.

L’analisi ha, inoltre, evidenziato che il 47,2% dei trascritti predittivi era associato a geni dell’endometrio materno, in particolare alla resistenza alla decidualizzazione, confermando l’importanza della funzionalità uterina nella patogenesi dell’EOPE.

Al contrario, la LOPE ha mostrato una firma molecolare distinta, legata a meccanismi immunitari ed epatici, confermando la natura biologicamente differente delle due forme di preeclampsia.

Il futuro della ricerca

Il team di ricerca, guidato da Tamara Garrido, sta ora ultimando uno studio clinico prospettico per validare l’efficacia del test cfRNA nella pratica ostetrica.

Secondo le previsioni, il test potrebbe essere introdotto nella routine prenatale entro un anno, rappresentando un’importante innovazione per la diagnosi non invasiva e precoce delle gravidanze ad alto rischio.

Secondo Karen Sermon, presidente di ESHRE, «questo lavoro non offre solamente un’opportunità concreta per la prevenzione della preeclampsia, ma contribuisce a far luce su una patologia complessa e ancora poco compresa dal punto di vista molecolare».

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here