Soluzioni architettoniche e spazio-funzionali di estremo interesse distinguono il nuovo Pronto Soccorso dell’OSMA, struttura vocata non solo all’efficienza dei processi ma anche alla qualità ambientale degli spazi della cura.

Shock room (credit: Politecnica)

Entrato in funzione nel luglio 2020, il nuovo Pronto Soccorso ha profondamente trasformato l’Ospedale Santa Maria Annunziata (OSMA) a Bagno a Ripoli (Firenze).
Il progetto architettonico è stato firmato da Politecnica – Ingegneria e Architettura (preliminare, direzione lavori) e da CSPE Centro Studi Progettazione Edilizia (definitivo ed esecutivo): al notevole incremento degli spazi disponibili corrisponde un altrettanto significativo miglioramento della qualità degli ambienti.

I vantaggi della libertà

L’arch. Claudia Romero (Politecnica – Ingegneria ed Architettura) si è occupata degli aspetti funzionali e sanitari del progetto preliminare: «La gara prevedeva anche l’incarico per la direzione dei lavori, mentre i livelli successivi della progettazione sono stati affidati successivamente, nell’ambito di un appalto integrato.

Arch. Claudia Romero – Politecnica Ingegneria ed Architettura Soc. Coop.

Il preliminare si è rivelato molto complesso soprattutto nelle fase di analisi, svolta in stretta collaborazione con l’Azienda sanitaria, in quanto le caratteristiche dell’area d’intervento hanno reso necessari diversi approfondimenti legati a questioni geologiche, ambientali ecc.

La previsione di due importanti ampliamenti, che avrebbero liberato importanti aree strategiche all’interno dell’ospedale esistente, ci ha permesso di formulare alcune ipotesi di riorganizzazione funzionale che sono tuttora al vaglio del committente. Durante la seconda fase dell’emergenza pandemica, per esempio, le postazioni rese disponibili nel vecchio Pronto soccorso sono state convertite in posti letto provvisori per le cure intensive».

Quali sono state le principali criticità risolte dal progetto?
«Le complessità esistenti sull’area d’intervento, anche dal punto di vista dei percorsi esterni, hanno imposto per il nuovo Pronto Soccorso una posizione decentrata rispetto al resto dell’ospedale, prossima all’elisuperficie, e la realizzazione di uno spazio connettivo diretto verso il nodo dei collegamenti verticali, posto nel centro dell’edificio.

Per le stesse ragioni il progetto ha goduto di una certa libertà dal punto di vista compositivo, favorita anche dall’ampiezza della superficie disponibile che è più che triplicata rispetto al reparto preesistente, ed è equipaggiato con un’importante settore per la diagnostica strumentale, che lo rende relativamente indipendente rispetto all’ospedale».

L’area triage vista dall’attesa principale (credit: Politecnica)

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della scelta localizzativa?
«Sulla base dell’esperienza compiuta durante la pandemia, vantaggi e svantaggi non dovrebbero più essere valutati secondo standard tradizionali. Per esempio, nel caso di un’emergenza in ambito infettivologico, ora siamo consapevoli che una certa ridondanza nei percorsi può favorire la continuità dell’attività di un Pronto soccorso, in condizioni di sufficiente sicurezza per pazienti e personale.

Sempre in caso d’emergenza – l’OSMA è Centro di riferimento per la Protezione Civile – la presenza dell’ampia autorimessa coperta sottostante il reparto potrebbe rivelarsi decisiva per fronteggiare il rapido aumento degli accessi – come accade, per esempio, in alcuni importanti ospedali israeliani, che dispongono di parcheggi predisposti per la rapida riconversione in aree di cura provvisorie.

In generale, si tratta di una costruzione allo stato dell’arte non solo dal punto di vista dell’assetto spazio-funzionale e della dotazione tecnologica, ma anche sotto il profilo dell’umanizzazione e della qualità architettonica degli ambienti, aspetti che concorrono in modo determinante a migliorare il comfort degli utenti e a minimizzare lo stress del personale».

Il cielo in una stanza

L’arch. Giulio Felli (CSPE) ha curato la progettazione architettonica definitiva ed esecutiva: «Nonostante l’assenza di un masterplan, in grado di delineare delle linee di sviluppo unitarie per l’intero presidio, gli interventi realizzati e in realizzazione rispondono in modo puntuale ed efficace alle criticità che affliggevano l’ospedale.

Arch. Giulio Felli – CSPE

Le principali scelte progettuali hanno interessato i volumi in ampliamento: Pronto soccorso e Ingresso. Nel primo caso abbiamo preso spunto da un nostro progetto precedente che, al pari del nuovo Pronto Soccorso dell’OSMA, presenta locali per l’osservazione dall’impianto circolare/radiale.

Ci siamo concentrati soprattutto sull’ottimizzazione della forma e delle dimensioni dell’edificio, recuperando spazi preziosi per aumentare le superfici a disposizione dei box dedicati all’osservazione dei pazienti. Questa operazione si è rivelata decisamente azzeccata, soprattutto considerando la necessità di distanziamento e l’esigenza di spazi più ampi per il personale, imposta dalle regole per minimizzare gli effetti della pandemia.

Un altro aspetto fondamentale per il miglioramento della qualità degli spazi interni è consistito nell’esteso ricorso alla luce naturale. Le aperture presenti sull’involucro edilizio verticale sono schermate con frangisole in legno, che richiamano l’immagine del bosco circostante il nuovo edificio.

L’abbondante presenza di chiostrine, alcune delle quali ospitano opere d’arte, offre a pazienti e personali delle piacevoli visuali verso l’esterno e facilita anche l’orientamento. L’assenza di piani superiori ha permesso di dotare gli spazi principali di lucernari e condotti luminosi funzionali all’illuminazione zenitale».

Quali aspetti caratterizzano gli altri interventi sul complesso ospedaliero?
«Oltre alle soluzioni per garantire la massima accessibilità, da parte di pazienti e visitatori, e il controllo e l’accoglienza, da parte del personale, il nuovo Ingresso è un moderno spazio di mediazione fra esterno e interno, con un’ampia copertura che protegge i percorsi pedonali e confortevoli aree al chiuso per la sosta e il ristoro. Il completamento della viabilità e dei parcheggi renderà il percorso d’accesso ancora più piacevole e sicuro.

Camera singola nell’Osservazione Breve Intensiva (credit: Politecnica)

Sfruttando il doppio volume a disposizione, spazi e funzioni a vocazione collettiva (reception, bar caffetteria e centro prenotazioni al livello 0, sala conferenze al livello 1) gravitano attorno alla hall, anch’essa caratterizzata da ampie superfici trasparenti che la inondano di luce naturale.

Un altro aspetto significativo del progetto riguarda la soluzione per l’affiancamento del nuovo corridoio, che collega il Pronto Soccorso al resto dell’ospedale, al connettivo interno della Radiologia. Abbiamo privilegiato la creazione di spazi di attesa interni al reparto caratterizzati da divisori traslucidi, che lasciano penetrare della luce attraverso la parete, a vantaggio del comfort dei pazienti e tutelandone al contempo la privacy».

Giuseppe La Franca, architetto