Raccomandazioni per migliorare l’assistenza territoriale

Alla luce di una nuova consapevolezza relativamente ai bisogni dell’oncologia, emerge come sempre più necessaria una collaborazione tra tutte le reti, le istituzioni e gli stakeholder. Governance, PDTA e delocalizzazione sono gli aspetti evidenziati da Periplo e SIMM nel anche grazie al progetto S.M.A.R.T. Care e discussi a Roma lo scorso 24 settembre.

Realizzare modelli organizzativi finalizzati a un sistema sanitario equo, ben distribuito, coerente e focalizzato sulle indicazioni del PNNR e del DM 77.

È stato questo l’obiettivo dell’evento “Periplo – Sinergie per la governance, i PDTA e l’oncologia territoriale”, promosso dall’Associazione Periplo in collaborazione con la Società Italiana di Leadership e Management in Sanità, organizzato da Over Group e ospitato a Roma.

Collaborazione tra le parti coinvolte

Per raggiungere questo obiettivo è emersa la necessità di una stringente collaborazione tra tutte le parti coinvolte, unico elemento che possa davvero porre le basi di un concreto cambiamento. Governance, PDTA e delocalizzazione sono aspetti fondamentali del sistema sanitario e proprio per rispondere a questa esigenza Periplo insieme a SIMM hanno ideato il progetto S.M.A.R.T. Care.

“Periplo è nato oltre 10 anni fa con due obiettivi di riferimento: valorizzare le prime esperienze di reti oncologiche e promuovere in oncologia un approccio che valorizzi il percorso sulla singola prestazione” ha spiegato il presidente dell’Associazione Periplo Gianni Amunni, che ha quindi proseguito: “L’obiettivo di Periplo è essere un luogo d’incontro aperto e solidale di tutte le reti, di svolgere una funzione di servizio per quelle realtà in fase di avvio, di essere il momento di preparazione di una presenza forte nelle sedi di monitoraggio nazionale, Agenas, Ministero e Conferenza Stato-Regioni”.

La nascita del progetto S.M.A.R.T. Care

A inizio 2020, la SIMM, recependo una comunicazione congiunta di Cittadinanzattiva, Fondazione per la Medicina Personalizzata e Periplo destinata al Ministero della Salute, AIFA e tutti gli assessorati regionali volta a sensibilizzare le istituzioni in merito all’importanza di tutelare i pazienti oncologici delocalizzando le terapie dedicate ai malati cronici, ha dato vita a una serie di progetti finalizzati alla definizione di proposte strutturate finalizzate a un’assistenza integrata delle persone con malattie croniche, rivolte alle aziende sanitarie e ai decisori politici, dal nome S.M.A.R.T. Care – Soluzioni e Metodi Avanzati di Riorganizzazione Territoriale in Sanità, incubatore di evidenze scientifiche e opinioni di esperti clinici e di organizzazione sanitaria.

Proposte per migliorare l’assistenza territoriale e l’integrazione tra livelli di cura

«L’emanazione del DM 77 del 2022 ha definito i modelli e gli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN, offrendo un ulteriore slancio al progetto S.M.A.R.T. Care.

Grazie al progetto – che unisce le competenze e conoscenze di diversa natura, dall’Associazione Periplo, alla Società Italiana di Neurologia, al Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri e a noi della SIMM – sono state redatte dieci raccomandazioni mirate a migliorare l’assistenza territoriale e l’integrazione tra i diversi livelli di cura», ha dichiarato Mattia Altini, presidente della SIMM.

Il decalogo S.M.A.R.T. Care

Al primo posto delle dieci proposte messe a punto dal progetto S.M.A.R.T. Care, l’adozione diffusa e standardizzata di PDTA, atti a garantire integrazione delle cure tra i diversi livelli assistenziali, con particolare riguardo alla gestione delle malattie croniche, attraverso una collaborazione strutturata tra ospedale e territorio; la necessità di definire in modo chiaro e uniforme i requisiti strutturali e tecnologici delle nuove strutture di assistenza territoriale, come Case e Ospedali di Comunità.

A ciò devono accompagnarsi strumenti analitici avanzati di valutazione e gestione dell’assistenza territoriale che possano consentire un monitoraggio accurato delle prestazioni sanitarie e della qualità dell’assistenza erogata, tenendo conto delle specifiche caratteristiche demografiche, epidemiologiche e socioeconomiche di ciascun territorio, andando così a ridurre le diseguaglianze ancora presenti. 

L’innovazione dei percorsi clinici deve andare di pari passo con l’adeguamento delle infrastrutture tecnologiche in cui l’interoperabilità diventa prerequisito fondamentale, unitamente a telemedicina e sistemi digitali per la gestione integrata delle informazioni cliniche. Non da ultimo, occorre dotare queste strutture di risorse umane adeguate a rispondere alle necessità di cure primarie e specialistiche sul territorio.

Nel rispetto della privacy è fondamentale creare un dossier clinico del cittadino-paziente, concepito come uno strumento fondamentale per facilitare la gestione e la condivisione sicura delle informazioni cliniche, anche legate ai singoli PDTA, tra i diversi professionisti e le strutture sanitarie, garantendo una visione completa e aggiornata dello stato di salute del paziente ed evitando inutili duplicazioni di esami e procedure e ottimizzando così le risorse del SSN.

Per quanto riguarda la gestione dei farmaci, un punto importante è l’innovazione nella gestione delle terapie generalmente erogate in ospedale in setting extraospedalieri, come parte della strategia di deospedalizzazione di attività a media complessità assistenziale. Devono essere strutturati modelli, definiti requisiti minimi e fattori abilitanti che garantiscano una somministrazione sicura di queste terapie anche a domicilio, riducendo la pressione sulle strutture.

Un altro punto essenziale risiede nella valutazione del fabbisogno del personale sanitario secondo modelli standard. Fondamentale in tal senso adottare un approccio che tenga conto delle specifiche esigenze dei diversi contesti assistenziali e delle competenze richieste per rispondere ai bisogni della popolazione, includendo non solo il numero di professionisti richiesti, ma anche una ridefinizione dei ruoli e delle competenze, promuovendo l’aggiornamento continuo e offrendo nuove opportunità di crescita professionale.

Per quanto attiene alla definizione di nuovi percorsi di cura e al potenziamento dell’assistenza territoriale, cruciale risulta il coinvolgimento attivo delle società scientifiche e di altri stakeholder, come mondo accademico, associazioni di pazienti e organizzazioni professionali, per garantire che i modelli organizzativi siano basati su evidenze scientifiche, rispondano alle esigenze reali dei pazienti e tengano conto delle specificità territoriali.

Da ultimo, si raccomanda di promuovere attivamente l’empowerment e il coinvolgimento del cittadino nella definizione dei nuovi percorsi di cura dal momento che lo stesso rappresenta un attore centrale nel processo di cura, con l’opportunità di partecipare alla co-progettazione dei percorsi, in particolare per quanto riguarda l’assistenza territoriale.

Del resto, il maggior coinvolgimento del paziente contribuisce ad una migliore aderenza terapeutica, aiuta a individuare in modo più preciso le sue esigenze, migliorando così l’efficacia delle risposte del sistema sanitario.