Radiomica: arriva il primo centro in Italia presso l’IEO

L’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) è il primo centro in Italia a dotarsi di un centro di Radiomica. La notizia è stata comunicata in occasione dell’incontro scientifico “Radiomica per la Persona”, organizzato nell’ambito degli eventi per la celebrazione dei 25 anni di attività dello IEO.

Radiomica Centro IEO

Massimo Bellomi, direttore della Divisione di Radiologia IEO, ha spiegato che «la radiomica è uno strumento essenziale della medicina di precisione: la sua sfida è caratterizzare il tumore di ciascun paziente in modo così accurato da ottenere una diagnosi e una terapia su misura. Le tecniche radiologiche attuali come PET, TAC e risonanza magnetica sono in grado di darci informazioni estremamente dettagliate addirittura a livello di molecole. Alcuni dati tuttavia vanno estrapolati, calcolati e messi in relazione fra loro: la radiomica è la disciplina che esegue questi calcoli e queste elaborazioni, trasformando le immagini in numeri.

Radiomica e intelligenza artificialeSe unita poi all’Intelligenza Artificiale, la radiomica ci offre un’opportunità unica di conoscenza del tumore della singola persona. Oggi, oltre alle immagini radiologiche, disponiamo di una mole enorme di parametri quantitativi relativi alla malattia del singolo paziente, che derivano dalle analisi istologiche, genetiche e persino dallo studio dell’ambiente e lo stile di vita della persona. Grazie all’intelligenza artificiale possiamo elaborare questa massa di dati e trasferirla nella pratica clinica a beneficio del paziente. Abbiamo ad esempio effettuato uno studio COSMOS per la diagnosi precoce dei tumori polmonari, in cui abbiamo sottoposto a tac a basse dosi oltre 5000 forti fumatori. Studiando con le nuove tecniche gli esiti delle tac, abbiamo scoperto che i fumatori vegetariani hanno un rischio minore di sviluppare un cancro polmonare».

Tuttavia, la radiomica trova la sua applicazione principale nella modulazione delle malattie. «Lo studio radiomico delle immagini ci permette di conoscere la radiosensibilità della singola lesione tumorale, e quindi di calibrare la terapia in modo da erogare la dose giusta per il paziente che stiamo trattando. Certo ci vuole ancora molta ricerca, ma noi crediamo che questa sia la via giusta per aumentare l’efficacia della radioterapia, mantenendo la sua caratteristica fondamentale: la non- invasività» ha concluso Barbara Jereczek, direttore della Divisione di Radioterapia IEO.