Primo studio concentrato sulla migliore sequenza da usare nei tumori radio-resistenti.
Il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica di Pavia e il tedesco Helmholtz Centre for Heavy Ion Research (GSI) si sono aggiudicati un grant da 385.600 euro da parte del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) per uno studio che vuole verificare una nuova modalità di trattamento per i pazienti con tumore radio-resistente. Più nel dettaglio, i ricercatori cercheranno di capire su un modello animale murino se l’uso di una sequenza terapeutica che usi prima gli ioni di carbonio e poi i fotoni sia più efficace della sequenza attuale nei soggetti con tumore radio-resistente, come l’osteosarcoma. CROSS il titolo dello studio, acronimo per “Combination of X-Ray and Carbon-iOns for radioresiStant tumorS”.
Uno studio supportato da esperienze cliniche
Come spesso accade, ciò che i ricercatori cercheranno di verificare è stato in parte osservato con l’esperienza clinica, come spiega Amelia Barcellini, Principal Investigator dello studio, radioterapista oncologo del CNAO e PhD student all’Università di Pavia nel Corso di Medicina Sperimentale: «esistono diverse esperienze cliniche sul trattamento a fasci misti dei tumori radio-resistenti. Per questo tipo di neoplasie, nella pratica clinica si preferisce erogare un boost anticipato con ioni carbonio prima del trattamento con fotoni per sfruttare i vantaggi radiobiologici delle particelle, aumentando così la sensibilità del tumore alla seconda parte di radioterapia con fotoni. Tuttavia, i dati preclinici attualmente presenti non sono sufficienti a dimostrare che questa sia la sequenza migliore. CROSS per la prima volta valuterà in un esperimento in vivo la differenza in termini di risposta tumorale, immunogenicità, ipossia e tossicità delle due sequenze, ovvero ioni carbonio + raggi x rispetto a raggi x + ioni carbonio».
La sequenza carbonio + raggi x potrebbe essere più efficace grazie alla capacità degli ioni carbonio, suggerita da studi in vitro, di stimolare il sistema immunitario dell’ospite ad attaccare il tumore, portando danni alle cellule tumorali e una prima riossigenazione cellulare. In questo modo, si potrebbe migliorare l’efficienza dei fotoni.
Una collaborazione storica
CNAO e GSI collaborano da anni, sin dalla fondazione del centro di Pavia. Tra le collaborazioni attive c’è anche il progetto europeo HITRIplus, “Heavy Ion Therapy Research Integration Plus”, nel quale il CNAO ha ruolo di coordinatore.
Marco Durante sottolinea: «la collaborazione con il CNAO è strategica per il Dipartimento di Biofisica del GSI e rappresenta una situazione win-win: noi abbiamo la migliore infrastruttura di ricerca possibile, mentre il CNAO è un centro clinico avanzato per il trattamento con ioni carbonio. L’esperimento verrà eseguito già a febbraio 2024 e ci aspettiamo risultati entusiasmanti con un forte potenziale traslazionale nell’attività clinica del CNAO. Lavorando insieme, possiamo ottenere risultati eccezionali, di rilievo internazionale e a beneficio non solo dell’Europa ma del mondo intero nella lotta contro il cancro».
Il finanziamento ottenuto tramite il Grant MAECI ha permesso alle due realtà di avviare un consorzio di ricerca preclinica dove studiare l’uso della radioterapia a fasci misti.