Rapporto OASI 2024: prospettive per rilanciare il SSN

Il SSN è da decenni tra i meno finanziati in Europa, per una cifra oggi pari al 6,3% del PIL, pur essendo il secondo Paese più anziano al mondo. Per portare la sanità pubblica italiana ai livelli europei servono almeno 40 miliardi, ossia metà dell’attuale spesa annua per l’istruzione, in uno scenario caratterizzato da una situazione demografica critica che implica un’elevata spesa pensionistica e minore popolazione in età da lavoro.

Rendere sostenibile l’universalismo è la sfida per la sanità pubblica italiana.

È quanto emerge dall’edizione 2024 dell’Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema sanitario Italiano – OASI, pubblicato dal Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale – CERGAS di SDA Bocconi School of Management.

Il rapporto, giunto alla 25a edizione e diventato il punto di riferimento per l’analisi dei cambiamenti in corso nel SSN e nella sanità italiana, offre una fotografia dello stato di salute del sistema e propone misure utili alla risoluzione delle principali criticità identificate.

L’analisi, elaborata dal gruppo di ricerca coordinato dal prof. Francesco Longo, associate professor dell’Università Bocconi, e dal prof. Alberto Ricci, associate professor of Practice di SDA Bocconi, identifica le criticità principali del SSN che, pur proponendosi come universalistico, è incapace di fare fronte ai bisogni crescenti dei cittadini, in particolare di cronici (41% dei residenti) e anziani non autosufficiente (4 milioni di persone).

Se Francia, Germania e Regno Unito finanziano i rispettivi sistemi sanitari nazionali intorno al 9-11% sul PIL, l’Italia si è mantenuta costante nel tempo intorno al 6,3% sul PIL, cifra che si prevede resterà sostanzialmente invariata nel 2025 e 2026.

Anche la spesa sanitaria privata cresce meno del PIL e si attesta al 2,2% nel 2024, circa il 26% della spesa sanitaria complessiva. Il dato, in sostanziale continuità con gli anni precedenti al Covid-19, è chiaro: l’Italia non è disponibile a spendere per la salute, né pubblicamente né privatamente.

Il Rapporto approfondisce le cause delle liste d’attesa: la mancanza di criteri di priorità d’accesso ai servizi e le logiche prescrittive spesso lontane dalle linee guida cliniche aggravano il problema della scarsità di risorse.

Per l’accesso ai servizi non si tiene conto di criteri di prioritizzazione quali, per esempio, aree di patologia, cluster di popolazione per reddito o livello d’istruzione, portafogli di tecnologie da includere nel contenuto dei servizi garantiti dal SSN.

Un meccanismo molto importante, ma quasi mai esplicitato, che ha portato il SSN a prescrivere molte più prestazioni rispetto all’effettiva capacità erogativa.

Nei territori dove sono maggiori le prescrizioni, spesso sono elevati anche i consumi per abitante, ma cresce anche la distanza tra prescritto ed erogato, con conseguente incidenza sull’allungamento delle liste d’attesa.

In tal modo l’universalismo dichiarato dal SSN, con l’idea irrealistica di dare qualsiasi prestazione a tutti in tempi brevi, non essendo governato, finisce per generare un effetto opposto a quello voluto: la possibilità o meno di ottenere una prestazione è lasciata di fatto al cittadino, alla sua rete e alle sue risorse personali, generando disorientamento e impossibilità di programmazione.

Questa logica genera inefficienze e diseguaglianze, con risorse allocate senza un chiaro processo di valutazione.

Inevitabilmente anche i consumi di prestazioni per abitante sono disomogenei e non correlati al bisogno epidemiologico, a livello sia nazionale sia regionale e persino locale.

I motivi possono essere vari, ma si rileva in particolar modo l’attenzione dell’agenda manageriale e di governo non tanto alle cause di questa disparità di consumo quanto alla produttività delle singole strutture sanitarie.

Per rispondere a tali criticità, il Rapporto OASI 2024 individua e percorre quattro prospettive di policy che, introdotte individualmente o in combinazione tra loro, porterebbero a miglioramenti significativi del SSN e del suo supporto ai cittadini.

Governare le aspettative

Esplicitare i limiti del SSN e ridefinire i criteri di priorità per le prestazioni esigibili è il primo passo fondamentale per allineare le aspettative dei cittadini alle risorse effettivamente disponibili. Identificare i target prioritari, come pazienti cronici o persone con bassa autosufficienza, e comunicare le prestazioni garantite, semplificherebbe il sistema e il relativo accesso. In questo modo, si arriverebbe progressivamente a una maggiore convergenza tra prescritto e erogabile dal SSN.

Efficienza impopolare

Ottimizzare la rete ospedaliera riconvertendo le strutture più piccole e frammentate, riorientandole verso i servizi territoriali. Accorpare servizi ambulatoriali e laboratori, soprattutto nelle aree con densità eccessiva di strutture.

Intervenire su ospedali di medie dimensioni che non raggiungono i volumi necessari per garantire qualità e sostenibilità. La costruzione o il rinnovo delle case della comunità rappresenta, per fornire un esempio concreto, una grande opportunità per accorpare servizi territoriali in precedenza dispersi e frammentati.

Aumentare le risorse per il SSN

Adottare strategie già sperimentate in altri Paesi, come l’aumento delle compartecipazioni per alcune prestazioni, oppure l’introduzione di assicurazioni integrative per il loro rimborso, la revisione delle allocazioni di spesa pubblica per aumentare il finanziamento alla sanità.

Si tratta, in tutti i casi, di proposte non semplici da tradurre nell’attuale contesto politico e sociale italiano.

Rivoluzionare la geografia e i formati dei servizi

Digitalizzare i servizi sanitari specializzati attraverso la diffusione di strumenti di autocura per i pazienti cronici e l’implementazione di sistemi di telemedicina, per esempio per le visite specialistiche.

Ridisegnare i ruoli professionali favorendo la collaborazione orizzontale e una maggiore integrazione tra competenze nuove e ordini professionali tradizionali, per esempio introducendo figure come il case manager amministrativo del service center per la presa in carico della cronicità.

Francesco Longo, responsabile scientifico del Rapporto OASI, ha dichiarato: “La sanità italiana è a un punto di svolta: l’Italia è il secondo Paese più anziano al mondo, la spesa sanitaria è rimasta costante nel tempo, mentre le esigenze dei cittadini continuano a evolvere.
La realtà, però, è che il SSN presenta evidenti contraddizioni, che peggioreranno in mancanza di una rivoluzione nelle logiche di governo del sistema, indebolendo il tessuto delle aziende del SSN”.

Alberto Ricci, coordinatore del Rapporto OASI, ha concluso: “La consapevolezza delle evidenze dello scenario attuale, seppur critiche e complesse, è il primo strumento che i manager del SSN hanno per continuare a crescere ed essere generativi.
Il nostro Rapporto offre le basi per avviare il confronto tra tutti gli attori del sistema sanitario italiano e, auspicabilmente, imprimere una nuova rotta dai più alti livelli del sistema Paese”.