Redirect Pain, contro il dolore postoperatorio

Il dolore postoperatorio è questione non risolta a livello nazionale. Nonostante la disponibilità di risorse tecniche e farmacologiche in grado di controllare il dolore che in molti casi segue un intervento chirurgico, si registra una scarsa capacità di intervento nella pratica clinica e i pazienti continuano a soffrire inutilmente.

Quasi il 50% di chi si sottopone a chirurgia maggiore lamenta un dolore moderato-severo nella prima giornata dopo l’intervento, espressione di scarsa aderenza alle linee guida delle societĂ  scientifiche di settore disponibili da almeno due decenni.
Inoltre, un dolore non trattato può cronicizzare e richiedere ulteriore assistenza, impattando sulla sostenibilità del sistema.

Il controllo del dolore postoperatorio è elemento essenziale della medicina perioperatoria: il dolore non è solo un cattivo compagno, se non viene adeguatamente trattato determina un aumento delle complicanze postoperatorie e rallenta il raggiungimento del target della moderna gestione chirurgica, che è un efficace e sicuro recupero funzionale.

Senza contare che, in molti casi, il paziente si sottopone a un intervento giĂ  per risolvere un problema di dolore, come nei casi di osteoartrosi. Bisogna evitare di passare da un dolore cronico preoperatorio a un dolore acuto postoperatorio.

La Regione Lombardia, da sola, assolve a gran parte dell’attivitĂ  chirurgica nazionale, per esempio al 40% di tutte le procedure di protesi del ginocchio.
Forse per questo proprio qui è nata Redirect Pain, un’Associazione di Promozione Sociale (APS) il cui obiettivo è disegnare una piĂą appropriata presa in carico del paziente chirurgico prima, durante e dopo il ricovero, garantendo un’assistenza di qualitĂ  senza ulteriori costi a carico di ospedali e strutture del territorio.

Per rendere questo intento una realtĂ , Redirect Pain ha presentato le proprie proposte operative a Palazzo Pirelli, alla presenza di Emanuele Monti, presidente della III Commissione SanitĂ  e Politiche Sociali di Regione Lombardia.
Verranno promossi, diffusi e condivisi programmi educativi e formativi nell’ambito della medicina del dolore rivolti agli attori coinvolti nella gestione del paziente.
In particolare, l’APS intende costituire gruppi di lavoro multidisciplinari che elaborino protocolli per il trattamento del dolore perioperatorio da applicare nella pratica all’interno dei moderni percorsi chirurgici.

Il costante e rapido miglioramento delle tecniche chirurgiche e anestesiologiche e una maggiore comprensione dei meccanismi alla base della risposta dell’organismo allo stress chirurgico impongono al medico di saper adattare ciò che emerge dall’analisi della letteratura in contesti clinici dinamici e in costante evoluzione.

Redirect Pain vuole modificare il concetto di gold standard terapeutico basandosi sull’individuazione della miglior tecnica analgesica in relazione all’esigenza clinica specifica di trattare il dolore e realizzando protocolli evidence based tarati su outcome a breve, medio e lungo termine, senza abbandonare il paziente a sĂ© stesso e senza inviarlo a cure sul territorio.

Le opzioni possibili comprendono l’uso appropriato di oppiacei nel periodo perioperatorio (opioids adjustment), la facilitazione dell’aderenza ai programmi riabilitativi, la riduzione dei trattamenti polifarmacologici nel paziente fragile e la prevenzione del dolore persistente postoperatorio.

«Redirect Pain nasce come “laboratorio lombardo”, ma l’obiettivo è crescere oltre i confini regionali perchĂ© il problema del dolore postoperatorio ha rilevanza nazionale. L’intento è raccogliere adesioni da parte di specialisti eterogenei, non solo anestesisti, ma tutti coloro che sono coinvolti nella gestione del paziente chirurgico, quindi chirurghi ma anche fisiatri, infermieri, e perfino gli stessi pazienti», precisa Andrea Fanelli, dirigente medico della UO Anestesia e Rianimazione del Policlinico di Monza, tra i soci fondatori di Redirect Pain.

«Oggi il SSR è chiamato a soddisfare i crescenti bisogni di salute della popolazione e a recuperare le prestazioni sanitarie non erogate durante la fase pandemica», afferma Gianluca Russo, direttore della UOC Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Lodi e presidente di Redirect Pain.
«Secondo i dati dell’ISS, per recuperare i ritardi dovuti alla sola prima ondata di Covid occorrerebbe incrementare la capacitĂ  chirurgica del 20%. Ci siamo posti la sfida di sviluppare percorsi assistenziali multidisciplinari per la presa in carico del paziente chirurgico efficienti al punto da garantire cure di qualitĂ  senza allungare i tempi di degenza in ospedale, assicurando un adeguato turnover dei posti letto, senza trasferire costi e prestazioni al territorio.

Elena Mattioli