Italian Resuscitation Council ha presentato le nuove linee guida europee sulla rianimazione cardiopolmonare, che ha contribuito a definire grazie alla collaborazione con gli esperti di European Resuscitation Council (ERC).
Sono previste la formazione obbligatoria a scuola sul primo soccorso e l’introduzione di applicazioni per geo-localizzare i defibrillatori. Agli operatori del 112 (118) è richiesto di dare istruzioni al telefono su come effettuare le manovre salvavita.

Introdurre la formazione obbligatoria a scuola sul primo soccorso, adottare tecnologie e applicazioni per cellulari che consentano la geo-localizzazione dei defibrillatori più vicini al luogo dell’emergenza, far sì che gli operatori del 112 (118) diano subito al telefono alle persone che hanno chiamato le istruzioni su come effettuare la rianimazione cardiopolmonare.
Le nuove linee guida – che vengono aggiornate ogni 5 anni sulla base delle evidenze scientifiche relative ai dati epidemiologici e alle misure più efficaci di intervento – sono state pubblicate dallo European Resuscitation Council (ERC), di cui IRC è parte, sulla base delle raccomandazioni di International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR), consenso mondiale sul trattamento dell’arresto cardiaco.

Ogni anno in Europa si stima siano colpite da arresto cardiaco oltre 400.000 persone (“Survival after out-of-hospital cardiac arrest in Europe – Results of the EuReCa TWO study”).

Si calcola che nel 33% dei casi sia possibile ripristinare la circolazione (ROSC, return of spontaneous circulation), ma le persone che sopravvivono dopo il ricovero in ospedale sono l’8% dei casi totali.

La percentuale di persone che assistono all’arresto cardiaco e che intervengono con le manovre salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) è in media del 58% ma varia molto nei diversi Paesi. L’utilizzo dei DAE avviene solo nel 28% dei casi.

«La possibilità di sopravvivenza all’arresto cardiaco diminuisce del 10% per ogni minuto che passa», osserva Giuseppe Ristagno, presidente di Italian Resuscitation Council (IRC). «Per questo motivo le nuove linee guida vogliono gettare le basi per una “catena della sopravvivenza” che preveda, anche attraverso il diretto coinvolgimento dei cittadini, il rapido riconoscimento dell’arresto cardiaco, la chiamata al 112 (118), l’avvio delle manovre salvavita e l’uso del defibrillatore.

Importante è che questi punti, che si basano su forti evidenze scientifiche e che hanno come premessa fondamentale le necessità di formare quante più persone sul primo soccorso, siano stati fissati all’interno delle linee guida europee perché d’ora in avanti rappresenteranno per gli Stati e i sistemi sanitari un modello a cui adeguarsi e su cui costruire procedure di intervento più efficaci».

Formazione a scuola e applicazioni per cellulari. Uno dei punti centrali del documento europeo, che sarà pubblicato in versione integrale sulla rivista scientifica “Resuscitation” e sul sito dello European Resuscitation Council, è la formazione dei cittadini, il cui coinvolgimento è fondamentale per rendere più veloci ed efficaci i soccorsi.

Gli esperti chiedono agli Stati europei di introdurre a scuola la formazione obbligatoria sul primo soccorso e di promuovere iniziative per formare quanti più cittadini possibile. Le persone formate, infatti, sono in grado di svolgere le operazioni necessarie in caso di emergenza, in attesa dell’arrivo dei soccorsi: riconoscere l’arresto cardiaco, chiamare subito il 112 (118), iniziare immediatamente le manovre salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni), utilizzare il defibrillatore semiautomatico (DAE), quando disponibile.

Se le persone che assistono a un arresto cardiaco non sono formate, è essenziale che gli operatori del 112 (118) diano loro al telefono le istruzioni su cosa fare. Secondo le linee guida gli operatori devono adottare criteri uniformi ed efficaci per capire velocemente se la segnalazione ricevuta riguarda un arresto cardiaco.

In questo caso, gli operatori devono dare indicazioni su come effettuare la rianimazione cardiopolmonare, se la vittima non risponde e in caso di respiro assente o non regolare.

Inoltre, gli esperti chiedono agli Stati europei di adottare tecnologie e applicazioni per cellulari che consentano di allertare più rapidamente il 112 (118) e di geo-localizzare i defibrillatori disponibili sul territorio per capire dove si trova quello più vicino al luogo dell’emergenza.

La stessa tecnologia consentirebbe di geo-localizzare anche i potenziali soccorritori (medici oppure persone formate sul primo soccorso) che si trovano in zona e che, avendo scaricato l’applicazione, hanno dato la loro disponibilità a intervenire in caso di necessità.

Queste novità previste dalle nuove linee guida sono già state inserite, anche su iniziativa di IRC, nel disegno di legge sul primo soccorso che è in attesa di una definitiva approvazione alla Commissione Igiene e Sanità del Senato, dopo aver già ottenuto il sì della Camera nel 2019.