Lo scorso 13 giugno è apparso sul sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) il nuovo decreto interministeriale «recante gli standard, i requisiti e gli indicatori di attività formativa e assistenziale delle Scuole di specializzazione di area sanitaria». L’articolo 1 recita: «Il presente decreto, ai sensi dell’art. 3, comma 3, del decreto 4 febbraio 2015, n. 68, identifica i requisiti e gli standard per ogni tipologia di Scuola, nonché gli indicatori di attività formativa e assistenziale necessari per le singole strutture di sede e della rete formativa e definisce (…)».
In altre parole, questo documento riporta le caratteristiche che ogni Scuola di specializzazione in area sanitaria deve avere per essere accreditata ed entra in funzione da subito. Predisposto sulla base degli indicatori di performance individuato dall’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica Specialistica, il decreto definisce, per riprendere l’articolo 1: «a) gli standard minimi generali e specifici, le modalità e i termini per l’accreditamento delle strutture clinico-assistenziali, ospedaliere e territoriali facenti parte della rete formativa delle Scuole di specializzazione, di cui all’allegato 1, parte integrante del presente decreto; b) i requisiti minimi generali e specifici di idoneità della rete formativa delle scuole di specializzazione, di cui all’allegato 2, parte integrante del presente decreto; c) le disposizioni concernenti il sistema di gestione e certificazione della qualità, il libretto-diario e il Diploma Supplement, di cui all’allegato 3, parte integrante del presente decreto; gli indicatori di performance di attività didattica e formativa e di attività assistenziale, di cui all’allegato 4, parte integrante del presente decreto».
Il sistema di accreditamento vedrà due attori diversi dal Miur: all’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca va il compito di verificare la qualità scientifica dei docenti dei corsi, mentre all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali va quello di individuare gli indicatori di attività formativa e assistenziale utili per la valutazione delle performance delle strutture.
Tali indicatori, in particolare, saranno suddivisi in tre gruppi: Area economica, in cui rientrano efficienza gestionale, produttiva ed economico-finanziaria; Area sanitaria e qualità dell’assistenza, di cui fanno parte le prestazioni in termini di volumi ed esiti, qualità e sicurezza e umanizzazione delle cure; Aree trasversali, comprendenti le dimensioni dell’equità, dell’organizzazione, della sostenibilità e della trasparenza.
Il presidente dell’Agenas, Luca Coletto, dichiara: «la valutazione delle singole Scuole di Specializzazione in Medicina anche sulla base di specifici indicatori di performance assistenziale elaborati dall’Agenas, in linea con la sua mission di struttura sempre più dedicata alla misurazione del sistema sanitario, è una base di garanzia della qualità della formazione post universitaria dei futuri medici specialisti, che già oggi sono tra i più stimati al mondo».
Prosegue il direttore generale di Agenas, Francesco Bevere: «questo nuovo sistema di monitoraggio delle Scuole di Specializzazione Medica consentirà ai giovani medici di formarsi in strutture ospedaliere e territoriali del Ssn che anche per complessità e casistica presentano i requisiti necessari per affrontare in modo adeguato le sfide derivanti da modelli di cure e organizzativi in continua evoluzione, grazie al progresso scientifico e tecnologico. L’introduzione di questo sistema di valutazione, fortemente voluto dal ministro della Salute Lorenzin (che ha messo a disposizione dell’Osservatorio Nazionale della formazione medico-specialistica il know-how di Agenas), farà sì che il processo di accreditamento delle Scuole di Specializzazione in medicina sia sempre più improntato ai principi di qualità, efficacia degli interventi specialistici, trasparenza e meritocrazia».
Stefania Somaré