Nel 2010 l’allora presidente Usa Barak Obama firmava la riforma sanitaria, chiamata Patient Protection and Affordable Care Act (o Obamacare), il cui scopo era estendere la possibilità per i cittadini americani di accedere a un’assicurazione sanitaria e quindi alle cure mediche. Un passo considerato rivoluzionario.

Uno studio si è focalizzato sull’impatto dell’Obamacare su un tema sanitario specifico, la sepsi, che, nonostante la qualità dei tanti programmi di miglioramento messi in atto, incide ancora per il 50% delle morti ospedaliere (Chinai, Brian DO1; Gaughan, John PhD, MBA2,3; Schorr, Christa DNP, MSN, RN2,3 Implementation of the Affordable Care Act: A Comparison of Outcomes in Patients With Severe Sepsis and Septic Shock Using the National Inpatient Sample*, Critical Care Medicine: June 2020 – Volume 48 – Issue 6 – p 783-789 doi: 10.1097/CCM.0000000000004310).

Lo studio, di carattere retrospettivo, si basa sui dati 2011-2016 dell’Healthcare Cost and Utilization Project National Inpatient Sample, divisi in due gruppi: 2011-2013 (pre riforma) e 2014-2016 (post riforma).
Gli outcome ricercati dagli autori sono stati: mortalità ospedaliera, tasso di mortalità in base al tipo di assicurazione, permanenza in ospedale.

La review ha compreso 361.323 pazienti con sepsi severa o shock settico.
Facendo un confronto tra prima e dopo Obamacare, si è vista la presenza di un 4,75% di copertura in più da parte di Medicaid, uno dei due programmi federali che negli Usa provvedono a dare assistenza medica alle persone a basso reddito.

Inoltre, si è osservata una riduzione dell’1,91% delle persone senza assicurazione. Per quanto riguarda la sepsi, gli autori hanno evidenziato una riduzione dal 22,9% al 18,59% tra prima e dopo la riforma: i pazienti senza assicurazione sono quelli che muoiono più di frequente, mentre quelli con copertura Medicaid sono quelli che hanno visto la maggiore riduzione del tasso di mortalità e della permanenza in ospedale.

Secondo gli autori, questi miglioramenti sono da ricercarsi nell’estensione della copertura sanitaria, che permette ai pazienti di arrivare in ospedale meno severamente ammalati e di essere visitati in maniera più tempestiva, oltre che a miglioramenti nel management stesso della malattia.

Stefania Somaré