Simeu e Fnomceo insieme per salvare la medicina di Emergenza-Urgenza

Nei giorni scorsi Anaao-Assomed è tornata a sottolineare la situazione dei Pronto Soccorso italiani, definiti da Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao-Assomed, un «girone dantesco con turni e orari senza limiti, difficoltà ad andare in ferie, rarefazione delle progressioni di carriera, burocrazia asfissiante, svilimento di un ruolo che una volta era professionale e oggi banale fattore di produzione, crescita delle denunce e aggressioni verbali e fisiche. Tutto questo in totale assenza di valorizzazione economica».

Una condizione che caratterizza tutto il settore della medicina di emergenza-urgenza, messa a dura prova negli ultimi anni dalla pandemia, ma in crisi da prima.
Una situazione che, continuano dal sindacato, vede mettere in campo dalle Regioni delle soluzioni che sembrano dettate più dalla disperazione e appaiono arrangiate, «spesso con ricadute peggiori del problema che vorrebbero risolvere. Mi riferisco all’intervento delle Cooperative cui viene appaltata la copertura dei turni di servizio, il cui ricorso in questi ambiti andrebbe dichiarato illegale», sottolinea Di Silverio.

In questi giorni la Società Italiana della Medicina di Emergenza-Urgenza e la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri – Fnomceo sono scese in campo per trovare soluzioni reali.

Il tempo è una variabile importante nella medicina di Emergenza-Urgenza: lo è per definizione e i professionisti che scelgono questa specialità sono ben consapevoli di non avere un secondo più del necessario per prendere la decisione giusta per intervenire su un paziente, che sia politraumatizzato a causa di un incidente, infartuato o con un’emorragia in corso.

Sono formati per questo e sono bravi nel proprio lavoro. Il problema è che ora questi professionisti non hanno più tempo nemmeno per sé e per la propria famiglia, schiacciati tra i turni interminabili in corsia, la formazione obbligatoria, seppur necessaria, e la burocrazia. Il burnout out è facile da raggiungere.
È quindi comprensibile che molti decidano di cambiare settore, oppure di lasciare il Sistema Sanitario Nazionale, magari in favore di ospedali privati o di realtà estere.
Per quanto riguarda le nuove leve, è chiaro che ci pensino due volte prima di intraprendere questa carriera che somiglia più a una missione e che non garantisce neanche grandi guadagni. Le due Società si sono quindi incontrare per trovare una voce comune, perché salvare la medicina di Emergenza Urgenza è essenziale per garantire salute a chi vive nel nostro Paese.

Alla fine dei lavori Filippo Anelli, presidente di Fnomceo, dichiara: «è urgente aprire una riflessione: e vanno coinvolti i sindacati del settore, per rivendicare un giusto riconoscimento anche a livello economico, e tutte le società scientifiche, per definire e accrescere le competenze e le professionalità di tutti i soggetti coinvolti».

L’incontro è stato necessario anche per «superare diffidenze e sbavature che potevano interferire con lo sviluppo di un rapporto virtuoso con la Federazione degli Ordini, che abbiamo sempre ritenuto necessario», continua il presidente nazionale di Simeu, Fabio De Iaco. «Questo incontro è stato l’occasione per un confronto franco e per chiarire la nostra posizione, per ribadire ancora una volta la natura scientifica e non sindacale della Simeu, per confermare che le nostre prese di posizione sono volte innanzi tutto alla salvaguardia di servizi vitali per la salute pubblica nonché alla tutela della dignità professionale e personale di chi opera in Medicina d’Emergenza Urgenza, contro la dilagante e squalificante privatizzazione selvaggia cui assistiamo in questo periodo».

Si è quindi deciso di avviare un tavolo permanente di lavoro sui temi dell’Emergenza-Urgenza, con la partecipazione anche di Fnomceo, dei sindacati e delle società scientifiche del settore.

Stefania Somaré