Con l’invecchiamento della popolazione un numero sempre maggiore di pazienti è affetto da patologie differenti e assume quindi un grande numero di farmaci, alcuni dei quali possono avere effetti sovrapponibili, se non addirittura essere tra loro incompatibili.
Tecnicamente si parla di “polypharmacy”, definita come “assunzione di 5 o più farmaci differenti”.
Anche se accettata come “male necessario”, questa condizione rende più complessa l’aderenza terapeutica da parte dei pazienti, con ricadute negative sull’efficacia di un percorso terapeutico e a volte anche sulla qualità di vita dei pazienti stessi.
Per evitare tale situazione, l’Ospedale Mauriziano di Torino ha avviato una sperimentazione multidisciplinare per la de-prescrizione e l’armonizzazione delle terapie nei pazienti fragili, su iniziativa del direttore generale dottor Maurizio Dall’Acqua.
L’idea è coinvolgere medico, farmacista ospedaliero e infermiere nella definizione di un piano di cura che sia essenziale, eliminando quindi i farmaci che non sono indispensabili o che risultano inappropriati.
La scelta è sostenuta da un software informatico che permette di valutare le interazioni tra i farmaci assunti dal singolo paziente nel corso della visita.
La sperimentazione fa propri i contenuti della Raccomandazione n. 17 del Ministero della Salute, che prevede da tempo un’attenta revisione dei tradizionali paradigmi terapeutici.
Tre i progetti facenti parte della sperimentazione, ognuno in una diversa area medica: nefrologia, onco-ematologia e medicina interna.
Il progetto del Mauriziano è coordinato dalla dottoressa Annalisa Gasco (direttore Farmacia Ospedaliera), dal dottor Claudio Norbiato (direttore Dipartimento di Medicina), dal dottor Corrado Vitale (direttore Nefrologia) e dal professor Massimo Di Maio (direttore Oncologia Universitaria).
Perché i risultati siano soddisfacenti, almeno per quanto riguarda la compliance, è strategico il ruolo del medico di Medicina Generale.
Stefania Somaré