Sempre più utilizzata in ambito oncologico, la radioterapia presenta ancora dei limiti di precisione nei confronti di masse tumorali che si trovano in sedi naturalmente in movimento, come i polmoni. Inoltre, in presenza di metastasi multiple è spesso necessario programmare diverse sessioni terapeutiche.
Questi limiti potrebbero essere superati da un nuovo macchinario che opera in real time grazie a segnali in arrivo da particolari traccianti cellulari, chiamati PET, iniettati per via endovenosa ai pazienti: questi si compongono di due parti, una che lega le cellule tumorali e l’altra che emette il segnale che permette al sistema di colpirle con precisione. Chiamato SCINTIXTM, il macchinario consente di realizzare una radioterapia biologia-guidata.
Al momento è oggetto di uno studio clinico presso la Stanford Medicine che ne valuterà efficacia e precisione nel mondo reale.
Uno dei medici coinvolti sottolinea: «si tratta della prima macchina al mondo a combinare la radioterapia con la tecnologia PET. È così in grado di tracciare i movimenti della massa tumorale, correggendo la traiettoria di emissione più volte al secondo».
I vantaggi possibili
La Stanford Medicine ha partecipato in parte alla progettazione e validazione dello strumento con almeno uno studio clinico di simulazione. I suoi risultati hanno portato la FDA ad approvare la piattaforma per il trattamento di alcuni tumori del polmone e delle ossa.
Ricorda il prof. Billy Loo, che insegna radioterapia «abbiamo lavorato duramente per validare questo accurato sistema di trattamento e assicurarci che la nuova tecnologia lavori come promesso. C’è voluto un grande impegno di squadra, composta da medici, infermieri, coordinatori, staff clinico e il team di medici fisici guidati dai dottori Murat Surucu, Nataliya Kovalchuk e Bin Han».
Siamo ancora nel mondo delle possibilità, ma se questo nuovo sistema promette di migliorare la precisione delle sessioni radioterapiche, diminuendone al contempo la durata e gli effetti collaterali sui tessuti circostanti il tumore. Inoltre, potrebbe uccidere le cellule tumorali in modo più efficace. Il tutto, e non guasta, aumentando il comfort del paziente.
Il nuovo studio
L’attuale studio è capitanato dall’assistente professore in radioterapia oncologica Lucas Vitzthum, che si dichiara «eccitato di aver sviluppato la tecnologia e di valutarla sui pazienti».
Obiettivo: misurare gli outcome clinici, i possibili miglioramenti in termini di qualità di vita per i pazienti ed eventuali effetti collaterali.
Spiega ancora Vitzthum: «al momento, la nostra programmazione delle sessioni di radioterapia si basa su rappresentazioni 3D statiche del tumore scattate giorni, se non settimane prima. Al contrario, la nuova macchina e un sistema a loop chiuso che rileva il segnale in continuo durante tutto il trattamento».
Il potenziale è quindi molto alto. La prima paziente è stata trattata qualche giorno fa. Nel frattempo, l’azienda produttrice ha individuato altre sedi per la sperimentazione del sistema, tra California, Pennsylvania e Texas.