Trauma Center Pediatrici: uno studio australiano

In Australia esiste un’alta variabilità nelle qualità delle cure offerte ai bambini al Trauma Center: un team di ricercatori ha cercato di individuare gli aspetti da migliorare perché i bambini vengano curati in sicurezza e, per farlo, ha coinvolto 3 Trauma Center Pediatrici del New South Wales, lo stato più popoloso del continente.

In particolare, lo studio Identifying areas for improvement in paediatric trauma care in NSW Australia using a clinical, system and human factors peer-review tool si è concentrato sulla documentazione medica relativa a soggetti con meno di 16 anni, arrivati in ospedale con un Injury Severity Score superiore a 9, che sono morti a seguito del trauma subito o che hanno necessitato della Terapia Intensiva. Il periodo di riferimento è quello compreso tra luglio 2015 e settembre 2016.

I documenti sono stati sottoposti a una prima revisione da infermieri esperti che hanno identificato i casi in cui i pazienti non sono stati curati secondo i migliori standard e quelli in cui sono morti.
Successivamente, i casi evidenziati sono stati riosservati da un gruppo multidisciplinare di esperti usando uno strumento apposito dedicato al trauma maggiore. Per ottenere la massima obiettività, ogni esperto ha revisionato i file da solo, per poi fare una discussione di consenso finale.

Su 535 documentazioni analizzate, 41 sono state rivalutate: il processo ha individuato una combinazione tra problemi di carattere clinico (85%), di sistema (51%) e di comunicazione (12%). In generale, comunque, i casi di morte sono stati associati a carenze nelle azioni mediche (89%).

Una volta analizzate le cause, il team di esperti ha cercato di individuare anche azioni che consentano di migliorare la presa in carico di bambini e adolescenti con trauma maggiore: ne sono risultate 26 raccomandazioni riportate nell’articolo stesso.

Ovviamente, perché questo lavoro possa portare a un effettivo miglioramento in tutta l’Australia, sarebbe necessario, come sottolineato dagli stessi ricercatori, uno studio più esteso e l’introduzione di indicatori di performance da dover produrre per consentire un monitoraggio più mirato sul problema.

Stefania Somaré