Triage pediatrico e metodo Delphi

Il momento del triage è, per un Dipartimento di Emergenza-Urgenza, fondamentale per riuscire a valutare in tempi utili tutti i pazienti che ne hanno necessità. Errori o imprecisioni nel protocollo di triage possono determinare conseguenze anche importanti: non a caso, le procedure di triage vengono aggiornate nel tempo per rispondere alle nuove evidenze scientifiche. Il discorso di complica quando si parla di soggetti pediatrici: questi possono avere età e livelli di sviluppo psicofisico molto diversificati, con differenze che si manifestano non solo nell’anatomofisiologia del corpo, ma anche nel modo in cui si presenta una stessa malattia.

Un buon protocollo di triage pediatrico deve tenere conto di tutti questi aspetti e l’operatore lo deve saper utilizzare al meglio. La questione è ancora più importante se si tiene conto del fatto che il numero di bambini che accede ai Dipartimenti di Emergenza-Urgenza sta aumentando nel mondo. Tra le cause di questo aumento, l’impossibilità di far visitare il bambino dal pediatra durante i weekend. Il West China Second University Hospital della Sichuan University, in Cina, ha quindi deciso di individuare dei criteri di triage adeguati alla propria struttura e alla popolazione che accoglie.

Gli autori dello studio hanno inizialmente effettuato una revisione della letteratura per studiare i criteri già esistenti e individuare una strategia adeguata al proprio ospedale: 10 gli specialisti che hanno collaborato a questa prima fase dello studio, tutti infermieri di triage esperti in emergenze pediatriche. Si è così giunti a una proposta preliminare, basata su 4 livelli di necessità, ognuno legato a determinati condizioni/sintomi, segni vitali e al Pediatric Early Warning Score e associato a un massimo tempo di attesa. La proposta è stata quindi sottoposta a 18 esperti in infermiera, diagnosi, trattamento e gestione che operano in Pronto Soccorso pediatrici di ospedali pediatrici di vario livello in Cina.

La scelta è stata, infatti, di adottare il metodo Delphi per raggiungere dei criteri condivisi e accolti da tutti. Gli esperti potevano indicare il grado di importanza, secondo il proprio parere, degli aspetti presi in considerazione dalla proposta e fare commenti: gli autori hanno quindi utilizzato queste opinioni per rifinire il proprio protocollo di triage pediatrico, eliminando alcune voci e modificandone altre.

I criteri definitivi sono ovviamente obiettivi e misurabili, e non basati sulla sensazione dell’operatore: in questo modo il triage può essere effettuato con gli stessi esiti da un professionista esperto, così come da chi è alle prime armi. Anche il tempo massimo di attesa è stato stabilito in accordanza con l’opinione degli esperti: assistenza istantanea per chi ha codice 1, entro 10 minuti per il codice 2, entro 30 minuti per il codice 3 ed entro 240 minuti per il codice 4.

L’uso del metodo Delphi non è una novità: sono 30 anni che viene applicato all’ambito sanitario; è infatti molto utile per giungere a delle conclusioni condivise quando si hanno per le mani questioni ancora non completamente chiare o per le quali gli orientamenti nella comunità medica siano diversi tra loro. In questo studio, gli autori hanno considerato le percentuali di accordo con la proposta da loro stessi confezionata a inizio studio, scegliendo di volta in volta l’opzione indicata dalla maggioranza degli esperti. Ora valuteranno il risultato sul campo.

(Lo studio: Zhao, Y., He, L., Hu, J. et al. Using the Delphi method to establish pediatric emergency triage criteria in a grade A tertiary women’s and children’s hospital in China. BMC Health Serv Res 22, 1154 (2022). https://doi.org/10.1186/s12913-022-08528-8)

Stefania Somaré