Tumore al polmone, aumentano le possibilità della medicina di precisione

Secondo “I numeri del cancro 2021” in Italia le nuove diagnosi di tumore al polmone nel 2020 sono state circa 41.000, il che lo rende la seconda neoplasia più frequente negli uomini e la terza nelle donne.
Le morti stimate per questa patologia sono state, nel 2021, 34.000. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è del 16% negli uomini e del 23% nelle donne.
Si tratta di un tumore ancora difficile da trattare, sebbene vi siano certo più opzioni terapeutiche oggi che nel passato.

Nel tempo sono stati individuati molti marcatori tumorali da utilizzare come target terapeutici, il che ha favorito lo sviluppo di una medicina di precisione. Sono nate varie terapie a bersaglio molecolare per i marcatori ALK, EGFR e ROS1, per esempio, mentre altre mutazioni genetiche vengono evidenziate.
La possibilità offerta dalla next generation sequencing (NGS) di studiare contemporaneamente panel di geni e di individuare le mutazioni presenti in un dato tumore è importantissima in questo ambito.

Spiega Silvia Novello, professore ordinario di Oncologia Medica presso l’Università degli Studi di Torino e responsabile SSD Oncologia Polmonare del Dipartimento di Oncologia dell’AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano: «negli ultimi vent’anni l’evoluzione nell’ambito della diagnosi e della cura ha fatto sì che questa malattia sia diventata l’esempio della medicina di precisione, con almeno 10 biomarcatori predittivi per i quali già esistono opzioni di cura o studi clinici dedicati e per cui i tempi e la qualità di vita sono nettamente migliorati.
Più opzioni sono sicuramente vantaggiose, ma per clinici e pazienti significa dover essere sempre aggiornati, essere seguiti in centri di riferimento al momento della diagnosi e al momento della progressione.

La medicina di precisione, inoltre, trova ora il suo spazio anche nella malattia in stadio precoce, che è lo stadio curabile nel vero senso della parola e questa è un’altra svolta soprattutto se si pensa che la prevenzione secondaria ha finalmente un suo ruolo anche per questo tumore con il Programma RISP, già attivo in tutta Italia e che speriamo porti nei prossimi anni una riduzione della mortalità e anche un aumento dei casi diagnosticati in stadio precoce».

Il problema è che nella maggior parte dei pazienti, il tumore al polmone viene scoperto in fase già avanzata, il che ne rende poi complesso il trattamento. Puntare su una prevenzione secondaria efficace, capace di individuare le masse tumorali al primo sviluppo, è essenziale per garantire una riduzione della mortalità.

Silvia Novello è anche presidente di WALCE – Women Against Lung Carcer in Europe Onlus, associazione nata per diffondere maggiore informazione rispetto al tumore al polmone nella popolazione, perché sappia come evolvono le cure e le terapie e possa essere un attore del proprio percorso terapeutico.
L’associazione intende inoltre far incontrare i malati tra loro e con medici e ricercatori perché, discutendo, individuino criticità e altre istanze da porre ai decisori politici.

Stefania Somaré