Tumore: nuovi dati da AIOM

Stefania Gori, presidente eletto AIOM

Dal 16 al 18 novembre scorso Roma ha ospitato il XX congresso della Associazione Italiana di Oncologia Medica, nel corso del quale è stato analizzato anche lo stato dell’arte dell’oncologia italiana in confronto agli altri Paesi europei.

Un confronto dal quale l’Italia esce con successo, se si pensa che per i nostri pazienti oncologici la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è del 63%, più che nel resto del Continente.

Questo dato si affianca a quello del calo del 17,6% dei decessi negli ultimi 15 anni.
In Francia e in Spagna tale riduzione è stata del 16%, nel Regno Unito del 13% e in Germania del 12,3%. Il nostro primato acquisisce ancora più significato se pensiamo che la nostra spesa per farmaci oncologici è inferiore a quella di Francia e Germania, per esempio.

Un allarme, però, è stato lanciato dal congresso AIOM: se il Fondo istituito per l’acquisto di questi farmaci non sarà riconfermato, nei prossimi anni la situazione potrebbe peggiorare. E se è vero che i farmaci oncologici sono molto costosi, è vero anche che investire in un buon percorso terapeutico porta altri vantaggi in termini di salute ed economici.

I problemi legati al Fondo per i farmaci oncologici non sono i soli a essere stati messi in evidenza a Roma.
Infatti, se si considera la popolazione oncologica over 70, la percentuale di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi cala al 37%, contro il 40% degli altri Paesi europei.
Vi sono diverse ragioni. La prima: gli screening oncologici gratuiti non sono previsti per questi pazienti e quindi spesso le diagnosi vengono effettuate in ritardo, riducendo la possibilità che le terapie funzionino.

Inoltre, è difficile che un over 70 possa accedere a sperimentazioni in ambito farmacologico. Un problema di salute, per questi pazienti, ma anche economico per il SSN, che poi si trova a dover gestire i costi delle cure a questi stessi pazienti. Ogni anno sono infatti 186.500 i nuovi pazienti oncologici over 70, oltre il 50% di tutte le diagnosi per tumore.
In particolare, negli uomini senior le neoplasie più frequenti sono quelle di prostata, polmone, colon-retto, vescica e stomaco. Nelle donne, invece, al primo posto c’è il carcinoma alla mammella, seguito dalle neoplasie a colon-retto, polmone, pancreas e stomaco.

Gli stili di vita errati non aiutano: il 57% dei nostri anziani è in sovrappeso, il 10% fuma, il 48,7% non fa attività fisica regolare e in molti non mangiano abbastanza frutta e verdura.
Per migliorare la condizione dell’anziano oncologico, la stessa AIOM ha dato vita, in collaborazione con Senior Italia FederAnziani, al progetto “Cancro, la prevenzione non si ferma dopo i 65 anni”, i cui obiettivi sono: estensione dello screening anche ai più anziani, sensibilizzazione sul ruolo degli stili di vita da parte di oncologici direttamente nei Centri Anziani; corsi di cucina per sensibilizzare all’importanza di un’alimentazione sana.

Stefania Somaré