Medicina sempre più integrata grazie alla recente sala angiografica, che permette di spaziare dalla diagnosi alle procedure interventistiche, dall’ictus all’infarto del miocardio, il tutto in un unico ambiente.
La tecnologia ha sempre rivestito un ruolo importante per l’uomo, anche in ambito sanitario, ma forse mai come negli ultimi 50 anni ha rivoluzionato il modo di fare medicina. Ma la tecnologia ha un costo, spesso ingente e non sempre i sistemi sanitari riescono a sostenerlo.
Per questo cresce l’importanza delle collaborazioni tra ospedali pubblici ed enti o aziende private, che garantiscono gli avanzamenti tecnologici necessari a offrire servizi di sempre maggior qualità ai pazienti.
Ne è un esempio la collaborazione nata tra l’Ospedale San Giovanni Bosco, afferente all’Asl Città di Torino, e Royal Philips: Roy Jakobs, ceo della multinazionale, ha incontrato il direttore dell’Asl Città di Torino, Carlo Picco, nel capoluogo piemontese per un confronto sul ruolo che la tecnologia potrebbe avere nel creare una assistenza sanitaria sempre più integrata e connessa.
Alla fine dell’incontro Picco ha dichiarato: «siamo lieti che il ceo di una multinazionale come Philips ritrovi nella nostra struttura un contesto fertile per la cocreazione di modelli di cura efficienti e innovativi al servizio di tutta la collettività».
La collaborazione tra le due realtà
L’ospedale piemontese presenta già una dotazione Royal Philips, in particolare quattro angiografi Philips Azurion Clarity: questa è una piattaforma di nuova generazione pensata per l’interventistica che permette all’équipe medica di eseguire in modo semplice e accurato procedure complesse mininvasive per il trattamento delle patologie neurologiche e cardiovascolari.
La dotazione di trova nell’Area Multidisciplinare: quattro sale che riuniscono la Cardiologia Emodinamica diretta dal dott. Giacomo Boccuzzi, la Radiologia Interventistica, diretta dal dott. Daniele Savio e la Neuroradiologia Interventistica, diretta dal dott. Paolo Vaudano.
Queste sale angiografiche sono state progettate per garantire un modello innovativo di gestione integrata nella diagnosi e nel trattamento delle patologie vascolari, coronarica ed extracoronarica.
Pertanto, qui è possibile trattare insieme, alle volte in contemporanea, anche patologie cardiovascolari differenti, come ictus e infarto del miocardio. Si tratta di un modello per ora unico nel nostro Paese.
Roy Jakobs ha dichiarato: «è un onore essere qui oggi all’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, un centro che incarna l’eccellenza e l’innovazione nel campo della salute e della tecnologia medica, combinando strumenti all’avanguardia e approcci innovativi per fornire cure migliori a un maggior numero di persone.
Il progetto realizzato nelle nuove sale angiografiche dimostra il valore e l’importanza delle collaborazioni strategiche tra settore pubblico e privato. Insieme, partner solidi possono fornire soluzioni che rispondono alle esigenze delle comunità e migliorano l’efficienza e la sostenibilità dei sistemi sanitari».
Nata quasi come scommessa, la realtà del San Giovanni Bosco è diventata nel tempo un punto di riferimento importante non solo per la sanità di Torino Nord, ma anche per tutta la Regione Piemonte: qui vengono trattati annualmente 50 mila pazienti, con 3500 interventi, oltre la metà con procedure di emergenza-urgenza.