Messa in lista in time, riorganizzazione della rete sanitaria assistenziale, maggiore efficienza delle rianimazioni e gestione del rischio: sono i mezzi per mantenere efficiente il sistema dei trapianti in Italia. Importante è poi il fattore sostenibilità: studi confermano che il costo del paziente trapiantato è direttamente proporzionale alla sua gravità clinica. Secondo la Sisqt (Società italiana per la sicurezza e la qualità dei trapianti), controllare le risorse è fondamentale per mettere in campo le tecniche e le competenze scientifiche per elevare la qualità del settore dei trapianti e sostenere al meglio i pazienti in un momento di scarse donazioni. Inoltre, il processo complesso su cui si basa il trapianto (valutazione dell’idoneità del donatore, prelievo e trasporto dell’organo, intervento chirurgico ecc.) esige che s’investa sempre più nella prevenzione del rischio e nella sicurezza del paziente. Focalizzarsi sui fattori umani può alzare la soglia di guardia del singolo verso l’errore ed educa al lavoro di squadra in ambienti a rischio dove sono necessari il continuo scambio di informazioni, la presa di decisioni e il supporto reciproco. Questo metodo applicato nella formazione del personale sanitario (dai chirurghi agli infermieri) è un punto di forza contro l’errore, anche attraverso l’analisi degli eventi avversi finalizzata alla revisione e al miglioramento di protocolli e procedure.