La medicina del futuro non potrà fare a meno di intelligenza artificiale, internet of things, big data e machine learning: questi strumenti, infatti, usati al meglio, possono aiutare a fronteggiare nuove patologie emergenti.

Uno studio indiano ha evidenziato il ruolo di queste tecnologie nella gestione della pandemia da Covid-19: anche se ancora in atto, esistono già diverse pubblicazioni al riguardo (Vaishya R, Javaid M, Khan IH, Haleem A. Artificial Intelligence (AI) applications for COVID-19 pandemic [published online ahead of print, 2020 Apr 14]. Diabetes Metab Syndr. 2020;14(4):337–339. doi:10.1016/j.dsx.2020.04.012).

Lo studio sottolinea, in particolare, sette applicazioni significative dell’intelligenza artificiale in questa pandemia:

  • individuazione rapida dei casi e diagnosi di infezione, magari individuando i pazienti più a rischio di sviluppare le forme più gravi della patologia, un uso che potrebbe aiutare a prendere decisioni anche politiche rispetto alla chiusura delle zone rosse o meno
  • monitoraggio facilitato dei percorsi terapeutici messi in atto
  • tracciamento dei contatti degli individui positivi per verificare l’eventuale espansione del contagio
  • individuazione delle regioni più vulnerabili e predizione della diffusione dei virus nelle diverse aree del mondo e di un Paese
  • sviluppo di farmaci ed eventualmente di un vaccino; alleggerimento del carico di lavoro dei professionisti sanitari tramite una individuazione dei pazienti nelle prime fasi della malattia, per poterli curare quando il virus non è ancora passato alle fasi più gravi, consentendo così di ridurre le ospedalizzazioni
  • utilizzata al meglio, questa tecnologia può anche aiutare a prevenire la diffusione della malattia.

Vi è infine un ulteriore funzione dell’intelligenza artificiale: quello della ricerca per capire meglio il virus, il modo di azione e come conviverci.

Stefania Somaré