Dal 4 maggio gli ospedali veneti riprendono anche le attività ordinarie, pur continuando a mantenere attiva l’organizzazione anti Covid: a tal fine l’Unità di crisi della Regione ha già identificato modalità, percorsi e precauzioni da mettere in atto e le ha inviate ai direttori generali.

Il documento è di 18 pagine ed è molto denso. Alla sua presentazione il governatore di Regione, Luca Zaia, ha dichiarato: «tornano i servizi e saranno efficienti e attenti alle nuove necessità di prevenzione e protezione, ma non con le modalità di prima.
La filosofia di base è la sicurezza dei cittadini che frequentano le strutture, degli operatori sanitari e dei ricoverati che, in quanto tali, sono in condizioni di particolare debolezza perché malati.

Anche questo sarà un lavoro di squadra, che coinvolgerà ospedale e territorio». Le Linee di indirizzo sono a “interim” perché passabili di modifiche in virtù dell’evoluzione dell’epidemia e forniscono chiare indicazioni di prevenzione e compartimentazione necessarie per erogare i servizi, dagli interventi chirurgici in emergenza a quelli in urgenza e programmati, passando per prestazioni ambulatoriali, gestione dei pazienti oncoematologici, dei trattamenti oncologici attivi, degli screening oncologici, dei follow-up, dei percorsi nascita e dei pazienti pediatrici.

Indicazione anche per le attività del Cup e dei punti prelievo. Ma non solo.

Manuela Lanzarin, assessore ai Servizi Sociali Regione Veneto

«Si torna alla normalità, come prima dell’emergenza Covid», ha aggiunto l’assessore a Sanità e Servizi Sociali, Manuela Lanzarin, «e questa è una svolta importante, ma sarà una normalità gestita in modo diverso da prima, con la massima allerta organizzativa, gestionale e operativa, per impedire in ogni modo qualsiasi rischio di contagio.

Per esempio, tutti gli accessi saranno presidiati da personale sanitario che verificherà la temperatura corporea di chi si presenta; tutti dovranno indossare la mascherina e, se non ne saranno provvisti, ne metteremo a disposizione agli ingressi.

Gli spazi interni saranno tutti rivisti per impedire concentrazione di persone.
Tutte le persone da ricoverare saranno preventivamente sottoposte al tampone e isolate fino all’esito.
Si prevedono circa 1.600 tamponi al giorno.

Particolari precauzioni ci saranno anche per i ricoveri di emergenza e urgenza.
In collaborazione con i Medici di Medicina Generale, stiamo riprogrammando tutte le visite cancellate prima.
Saranno in ogni caso incentivate le prestazioni da remoto per il follow-up, le visite controllo con telemedicina, videochiamata o videoconferenza, già sperimentate in alcuni ospedali.
In generale vedremo di favorire ovunque possibile quelle da remoto e sarà senza interruzione la formazione continua del personale rispetto a tutte le novità introdotte».

Gli accessi in Pronto Soccorso continueranno a essere consentiti solo al paziente con sintomi e, in caso di minori o persone disabili, a un solo accompagnatore.
Sussiste il pre-triage esterno al Pronto Soccorso, per eventualmente indirizzare verso un percorso Covid dedicato coloro che avessero sintomatologia.
Per quanto riguarda l’attività chirurgica, è richiesto di tenere una separazione di percorsi tra interventi su pazienti Covid negativi e positivi.

Si legge inoltre: «in tutte le fattispecie di intervento, per una maggiore tutela degli operatori, in sala operatoria ne deve essere presente il minor numero possibile. Tutte le procedure anestesiologiche dovranno essere effettuate in sala operatoria chiusa e con assenza di altri operatori non coinvolti direttamente nelle procedure.
La sala operatoria deve rimanere chiusa e devono essere limitati gli ingressi/uscite».

Il Veneto annuncia infine che anche i Covid-Hospital sul territorio riprenderanno la loro normale attività.

Stefania Somré