World Immunization Week

Dal 24 al 30 aprile 2016. Nel corso della World Immunization Week 2016 l’Oms metterĂ  in evidenza le vittorie ottenute nel mondo grazie alle vaccinazioni, che ogni anno salvano 2-3 milioni di persone. Molto può e deve essere ancora fatto, però, riducendo il gap esistente nei diversi Paesi del mondo. Secondo le stime, migliorando le vaccinazioni si potrebbe salvare un altro milione e mezzo di individui l’anno. Ancora oggi circa 18,7 milioni di infanti non ricevono vaccinazioni di routine che li preservino da malattie come tetano, pertosse e difterite. La situazione è certamente migliorata negli ultimi cinque anni, durante i quali parecchi Paesi hanno introdotto queste vaccinazioni fondamentali, anche in Africa, nonostante l’emergenza costante data da Ebola. E proprio vaccini contro malaria, ebola e dengue potranno giocare un domani un ruolo chiave in questo contesto. Per migliorare ulteriormente i livelli vaccinali nel mondo, l’Oms sta sollecitando i diversi Paesi a raggiungere piĂą bambini possibile, soprattutto quelli che vivono in arre in cui la percentuale di vaccinazioni è inferiore all’80%, percentuale che mette in sicurezza la comunitĂ  da possibili epidemie. Si suggerisce, per esempio, che ogni volta un bambino, o un adulto, faccia visita a servizio sanitario venga verificato il suo stato vaccinale e se incompleto, venga completato. Ciò al momento non succede ed è un’occasione mancata. Il poter accedere alla vaccinazione in qualsiasi momento e luogo è uno dei 5 punti individuati da un gruppo di lavoro ad hoc per poter migliorare davvero il livello vaccinale. Gli altri quattro punti sono: qualitĂ  e uso dei dati; coinvolgimento della comunitĂ ; miglior accesso alle vaccinazioni per chi vive in posti piĂą isolati; sistemi sanitari forti. Un ultimo punto da prendere in considerazione sono i costi: l’Oms ha creato un database dei costi dei vaccini utilizzati nei Paesi emergenti e non e si vede chiaramente che i vaccini di ultima generazione costano molto piĂą di quelli tradizionali e ciò è una barriera al loro utilizzo.

Stefania Somaré